Sezione A - Obiettivi di ricerca del Dipartimento
Il Dipartimento di Giurisprudenza mira all'eccellenza nella ricerca scientifica e nell'offerta formativa nei settori giuridici con l'obiettivo finale di concorrere al progresso della conoscenza in ambito nazionale e internazionale, in una stagione che impone una profonda ridefinizione, anche di natura epistemologica, circa contenuti, forme, fondamenti e fini del diritto e delle istituzioni. Il Dipartimento intende inoltre contribuire alla ricerca di soluzioni normative e all'elaborazione d'una scienza giuridica in grado d'ispirare e guidare i processi di riforma della realtà economica e sociale in atto. Nel perseguire tale obiettivo, il Dipartimento, consapevole dell'apporto essenziale fornito dai singoli docenti, ricercatori, assegnisti, dottorandi, borsisti e cultori, si impegna a garantire e a incentivare il potenziale di ricerca di ogni suo componente, nel rispetto della Carta Europea dei Ricercatori e delle linee di ricerca espresse nella declaratoria dei SSD di appartenenza, creando condizioni favorevoli all'ottimizzazione della produttività scientifica. In quest'ottica, il Dipartimento stimola un approccio metodologico interdisciplinare in grado di valorizzare il coordinamento e le sinergie tra tutti i suoi componenti per meglio affrontare la complessità delle realtà e delle problematiche oggetto di studio. Al contempo, esso favorisce l'aggregazione al suo interno di gruppi di ricerca omogenei.
Un ulteriore obiettivo del Dipartimento riguarda la c.d. Terza missione, ovvero l'intensificazione dei rapporti e della collaborazione con il territorio nelle sue diverse espressioni, rispetto al quale si propone come centro di stimolo culturale e d'aggregazione progettuale, in linea col Piano strategico di Ateneo 2015-2017. Fedele alla sua missione di struttura universitaria pubblica, esso è infatti chiamato a contribuire allo sviluppo economico e culturale del nostro Paese, e della realtà locale nella quale è insediato, preparando professionisti, dirigenti, quadri e operatori pubblici e privati cui trasmettere adeguate competenze giuridiche ed economiche. È prevedibile che una buona parte dei laureati del Dipartimento di Giurisprudenza di Foggia trovi sbocco occupazionale attraverso concorsi pubblici; il che rende obiettivo primario del Dipartimento la qualità della ricerca coniugata alla qualità della didattica, nell'intento di fornire ai laureati il know how necessario per inserirsi al meglio nel mondo del lavoro. Altra quota significativa dei laureati in Giurisprudenza dell'Università di Foggia si orienterà verso la libera professione; e anche in questo caso la qualità della ricerca, in osmosi con quella della didattica, deve servire a formare eccellenze o comunque figure adeguate agli scenari del futuro mondo del lavoro. Considerato il nesso inscindibile intercorrente tra didattica e ricerca, i principali insegnamenti di base e gli indirizzi in cui si articola l'offerta didattica del Dipartimento costituiscono i contenitori naturali e i canali di aggregazione delle variegate linee di ricerca perseguite e di seguito riportate.
Linea di ricerca storico-sociologica, filosofica e pubblicistica.
Le linee di ricerca indicate sono accomunate dalla visione del diritto quale strumento per procedimentalizzare i poteri pubblici ed impedirne abusi, anche in dialogo con la miglior cultura giuridica italiana che fa della Costituzione il cuore della vita del diritto. Nella post-modernità, lo Stato di diritto viene messo a rischio da una normazione alluvionale e a volte irrazionale, disposta a violare i pilastri tardo-illuministici dell'eguaglianza e della certezza. Al riguardo, si focalizza l'analisi su alcune teorie procedurali del diritto che propongono forme e regole che in qualche modo arginino un'attività legislativa, amministrativa e giudiziaria sempre più decisionistica. L'uso delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione rende necessaria l'analisi delle forme di comunicazione con cui vengono veicolati i messaggi normativi del giuridico, in particolare di quella che si serve dell'impiego delle immagini (si parla infatti di Visual Jurisprudence). Ne consegue un improprio uso del diritto che si estrinseca attraverso quei provvedimenti demagogici, emergenziali, che non mirano a tutelare beni giuridici, ma a supplire ai bisogni emotivi di pena. Emerge come il rapporto tra democrazia e diritto sia un concetto a “geometria variabile” i cui confini non sono più ben definiti. Molta parte delle scelte di politica del diritto verrà sempre più attratta in ambiti sovranazionali a scapito delle istituzioni nazionali. Settori come il diritto tributario, il diritto amministrativo, il diritto costituzionale, addirittura il “refrattario” diritto penale, sono permeati da una normativa europea in continua evoluzione che modifica interi assetti dell'ordinamento. Nascono così proficui interscambi col gruppo economico – internazionale, da cui scaturiscono riflessioni attorno ai nuovi modelli di democrazia in Europa, basati sul consenso dialogico e su procedure legislative che tentano di favorirne la formazione. Questa nuova forma democratica europea sta modificandolo il sistema delle fonti, tra le quali un ruolo importante assume la giurisprudenza-fonte, che sarà oggetto di approfondimento e di razionalizzazione. Tra gli ambiti che meritano uno studio particolare: i requisiti di legittimità della detenzione carceraria; la retroattività della legge penale più favorevole (in campo penale e fiscale); la nozione autonoma di matière pénale e le sue conseguenze, tra cui l'estensione del principio del ne bis in idem, che in ambito CEDU sta acquisendo una portata maggiore che in ambito nazionale, con potenziali ripercussioni su ogni settore dell'ordinamento (si pensi, ad es., al settore tributario). Particolarmente delicati appaiono inoltre i sempre più frequenti interventi della giurisprudenza sovranazionale in materia bioetica. La trasformazione in atto ha già avuto quale effetto quello di erodere un c.d. pilastro della modernità, e cioè l'intangibilità del giudicato e stimola riflessioni in ordine ad ulteriori ricadute sul sistema interno. Non va sottovalutato, inoltre, l'impatto di tali dinamiche sugli assetti istituzionali nazionali, poiché i processi di riforma in itinere nell'ordinamento italiano – che riguardano sia la forma di stato sia la forma di governo – paiono volti anche a garantire una maggiore efficienza delle istituzioni, locali e nazionali, nella gestione dei processi di integrazione sovranazionale.
Linee di ricerca in Diritto amministrativo.
Gli attuali interessi di ricerca in ambito amministrativo attengono alla storia del diritto amministrativo ed al rapporto giuridico amministrativo, nonché agli istituti di giustizia amministrativa, con particolare riferimento al sindacato del giudice amministrativo sulla discrezionalità amministrativa e alle decisioni dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato sul processo amministrativo. Ulteriori linee riguardano il sistema delle sanzioni amministrative, anche alla luce dei più recenti indirizzi giurisprudenziali delle Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione, le parti del processo amministrativo, la motivazione dei provvedimenti, la disciplina dei rifiuti, la tutela giurisdizionale del diritto alla salute, la responsabilità della pubblica amministrazione, con riferimento al danno all'immagine della PA e, più in generale, ai recenti orientamenti della giurisprudenza contabile. Inoltre, in materia urbanistica, si volge particolare attenzione ai sistemi di perequazione. A tale filone di ricerca si affianca lo studio della tutela giurisdizionale del diritto alla salute. Infine, altro tema specifico oggetto di ricerca è costituito dalle linee di tendenza della riforma universitaria in prospettiva storica.
Linea di ricerca in campo economico-giuridico internazionale
Al momento, il gruppo economico-giuridico internazionale incentra prevalentemente la sua attenzione sui processi di globalizzazione dell'economia da tempo in atto e sulle nuove tendenze dell'economia internazionale e della sua disciplina giuridica. In questo ambito, un'attenzione particolare è dedicata al fenomeno della finanziarizzazione dell'economia, dei suoi risvolti sociali e relativi alla tutela dei diritti umani, alla consequenziale trasformazione delle strutture e funzioni dello Stato e della democrazia, nonché alle modifiche strutturali che essa implica in alcuni specifici settori (ad es., al settore tributario, soprattutto sul versante delle procedure di verifica e controllo dei contribuenti, ma anche del passaggio dal bilateralismo al multilateralismo degli accordi contro le doppie imposizioni oggi oggetto di interventi da parte dell'OCSE). Altro fenomeno attuale, su cui si focalizzano le ricerche, è costituito dalla crisi dei sistemi multilaterali preposti alla gestione dell'economia sotto la spinta di molteplici tendenze centrifughe. In questo quadro si inserisce in particolare l'interesse per lo studio dell'evoluzione del sistema facente capo all'Organizzazione Mondiale del Commercio, a partire dalla riforma intrapresa col c.d. Doha Round, il ciclo di negoziati commerciali multilaterali avviato nel 2001. Il Doha Round sembra allo stato sostanzialmente fallito. Il “pacchetto di Bali”, un pacchetto di riforme adottato nel dicembre del 2013, è assai deludente e di scarsa portata. Va avanti, al contempo, l'imponente sviluppo, ai margini o al di fuori del sistema, del “regionalismo economico rafforzato”, ovvero l'integrazione economica tra gruppi di Stati, su basi bilaterali o regionali (di cui il progetto di area di libero scambio UE-USA costituisce un caso esemplare) che coinvolge anche aspetti non regolamentati dal sistema multilaterale degli scambi, ma di importanza strategica per l'economia internazionale (investimenti, proprietà intellettuale, tutela dei consumatori, tutela dei lavoratori e dei diritti umani, protezione dell'ambiente, disciplina di Internet sotto il profilo della governance complessiva del web e anche come infrastruttura del commercio elettronico cui si accompagna naturalmente il tema della relativa disciplina fiscale che costituisce oggi una delle questioni di centrale attualità per l'attività del G20 e dell'OCSE). Collegato in vario modo anche al diritto internazionale dell'economia è poi lo studio sulla teoria e prassi del contrasto al crimine organizzato transnazionale condotto nel Dipartimento con particolare riguardo ai profili della lotta alla corruzione, interna e internazionale, talvolta in connessione a forme di elusione o frode fiscale internazionale. Un altro filone di ricerca importante verte sulle recenti tendenze alla “costituzionalizzazione” dell'ordinamento internazionale per effetto della “verticalizzazione” normativa connessa all'espansione delle norme internazionali produttive di obblighi erga omnes. Di particolare interesse, in questo ambito, è la riflessione sulla trasformazione del sistema delle fonti internazionali e dei rapporti di tali fonti con gli ordinamenti costituzionali degli Stati (filone di riflessione condotto anche attraverso un opportuno e proficuo confronto con la linea di ricerca storica, filosofica e pubblicistica). Sul piano europeo, un focus importante delle attività di ricerca del gruppo è costituito dalla governance del sistema economico e monetario europeo e dell'Eurozona. Ampio spazio è dedicato al tema del riparto di competenze verticale tra Unione europea e Stati membri, anche al fine di valutare le implicazioni dovute alle modifiche introdotte dal Trattato di Lisbona, che ha provveduto ad inserire nel diritto primario la definizione di diverse categorie di competenze corredate da elenchi di materie. Tale indagine, oltre che sugli aspetti generali, si sofferma in particolare sulle competenze dell'Unione in materia di relazioni esterne e sull'agire comune dell'Unione e degli Stati membri sulla scena internazionale. Partendo dall'esperienza maturata nell'ambito del diritto dell'Unione europea, questa linea di ricerca si estende ai temi delle relazioni esterne e del sistema di competenze all'ambito più generale delle Organizzazioni internazionali. Altra linea di ricerca ampiamente interdisciplinare – economico-giuridica – studia l'efficienza del sistema giudiziario nazionale e la sua ricaduta su economia e società. Infatti la recente crisi economica ha reso improcrastinabile un intervento strutturale teso a limitare i costi economici della giustizia (secondo la Banca d'Italia, pari ad una perdita dell'1% del PIL) e quelli sociali e, soprattutto, a ridurre i tempi di attesa per la conclusione dei procedimenti. Gli studi relativi a tale tema si sono svolti nell'arco di più anni e sono stati presentati in convegni interdisciplinari. Si è proceduto ad analizzare il fenomeno secondo un approccio macroeconomico, individuando gli effetti che una giustizia “lenta” esercita sul sistema-paese, e soprattutto sul sistema produttivo e quindi sulle imprese. Un approccio microeconomico ha invece cercato di esaminare se esso sia ascrivibile ad una sorta di “eccesso di domanda” di giustizia ovvero all'esistenza di limiti nell'”offerta” di giustizia. In tal senso appare opportuno approfondire il ruolo di avvocati e magistrati. I primi esiti di tali ricerche sono sfociati in un volume (2014) e in articoli pubblicati su riviste internazionali. Ulteriori linee di ricerca, di stampo prettamente economico, si concentrano sulle relazioni individuabili tra forme peculiari di organizzazione di impresa, quali i network, ed imprenditorialità, soffermandosi in particolare sul ruolo determinante rappresentato dal team network, che rappresenta una path dependence per l'intero cluster, soprattutto se gode di una buona reputazione e legittimità come network. Questa ipotesi è tanto più vera se si considerano i network di settori low tech, dove l'aspetto sociale assume un rilievo fondamentale. Legata e conseguente a questo oggetto di indagine è la linea di ricerca che indaga sulla rilevanza che i network di imprese presentano in settori non manifatturieri, quali l'agricoltura ed il turismo. I primi risultati in merito sono oggetto di un volume edito da una casa editrice internazionale (2014). Una ultima linea di ricerca concerne il ruolo e la funzione del settore non profit. Indagini in merito sono state effettuate sia a livello nazionale, sia a livello internazionale, cercando soprattutto di comprendere la rilevanza che l'operatività di tale settore possa avere nell'ambito delle economie in transizione. L'attenzione delle non profit agli aspetti “etici” in senso ampio di qualsivoglia processo produttivo appare particolarmente rilevante oggi, in una fase di individuazione di nuovi modelli produttivi caratterizzati da una attenzione crescente all'equità, all'ambiente ed alla collettività in genere.
Linee di ricerca in campo giuslavoristico.
Le principali linee di ricerca nel settore IUS/07 riflettono la grande varietà di interessi scientifici. Meritano di essere segnalati gli studi su alcuni temi attuali e innovativi, anche nella prospettiva internazionale. Il riferimento è, ovviamente, alla delicata questione della riforma del mercato del lavoro interessata negli ultimi anni, principalmente, dalle leggi n. 92/2012, n. 78/2014 e 183/2014 (e relativi decreti attuativi) e ai suoi effetti sul sistema delle fonti e sui principi fondanti del diritto del lavoro. Sulle più recenti innovazioni legislative è stato avviato un filone di ricerca che ha ad oggetto una pluralità di istituti: fattispecie flessibili di manodopera (p. es., contratto a tempo determinato, part-time), politiche attive e passive del lavoro, licenziamento individuale e collettivo, sistema di sicurezza sociale, sicurezza sul lavoro. Saranno oggetto di approfondimento anche le c.d. tematiche di genere (azioni positive, organismi di parità e contrattazione sociale, segregazione verticale, welfare aziendale); il ruolo della formazione nel contratto di lavoro e, in particolare, nelle Pubbliche amministrazioni; il ruolo delle Autorità amministrative indipendenti nel diritto del lavoro (Autorità garante per la protezione dei dati personali; Autorità nazionale anticorruzione; Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali; Commissione di vigilanza sui fondi pensione); il tema della rappresentanza e rappresentatività sindacale e la storia del diritto del lavoro. La ricchezza delle linee di ricerca che affrontano problematiche attuali e innovative è, altresì, testimoniata dall'attenzione scientifica sui profili comunitari del diritto del lavoro, come quello della flexisecurity, uno dei fenomeni di maggiore interesse nell'ambito lavoristico che, traendo origine dai sistemi giuridici del Nord Europa, si è diffusa anche negli altri ordinamenti dell'Unione europea attraverso le politiche comunitarie del lavoro.
Linee di ricerca nell'ambito del diritto romano.
La ricerca nel settore del Diritto Romano verte intorno all'analisi delle cd. 'mentalità' dei giuristi romani. Si intende 'mentalità' in senso ampio, vale a dire come nozione volta a ricomprendere valori e metodi, implicazioni pregiuridiche e referenti culturali, schemi ordinanti e atteggiamenti di principio, utilizzazione funzionale di dati provenienti anche da altri settori di studio. L'osservazione delle attitudini intellettuali, dei 'modi' di pensiero, dei luoghi comuni e di tutte quelle convinzioni fondamentali condizionanti consapevolmente o inconsapevolmente l'operare tecnico del singolo giurista e/o del ceto dei giuristi all'interno dell'esperienza giuridica romana rappresenta il principale ambito d'indagine. La ricerca come indicata sarà svolta guardando anche al contributo fornito dall'operato dei giuristi, considerando le loro ‘mentalità' come prima descritte, alla enucleazione e formazione di nozioni e categorie giuridiche. In particolare, il principale settore di studio è rappresentato dal momento processuale, sia civile sia criminale. L'analisi critica delle fonti dirette primarie e secondarie nonché la verifica della dottrina successiva rappresenta l'orientamento metodologico impiegato.
Linee di ricerca in campo privatistico (privato comparato), commerciale e processualcivilistico.
In ambito civilistico, le linee di ricerca muovono da dottrine generali, in un'ottica interdisciplinare e sovranazionale, con costante attenzione al pluralismo delle fonti e all'interpretazione. Si pone in particolare evidenza il ruolo assolto dalle clausole e dai principi generali, anche per la tutela dei diritti fondamentali, nonché l'analisi dei riflessi del tempo sugli istituti cardine del diritto privato ed in special modo ove si manifesta l'autonomia negoziale. Le diverse problematiche sono affrontate con metodo storico-comparatistico e costante attenzione al diritto europeo. Tra i temi tecnici, formano oggetto di studio, aspetti peculiari del diritto delle obbligazioni e dei contratti (fra i quali, cooperazione del creditore, obblighi informativi precontrattuali, diritti dei consumatori), con precipua analisi dei mezzi di tutela dei delle numerose forme di disparità di potere contrattuale. Sono altresì oggetto di ricerca il valore giuridico e l'efficacia probatoria della firma elettronica semplice; la crisi di impresa e le nuove iniziative di business rescue; nell'ambito della proprietà e diritti reali, la disciplina del condominio, alla luce della recente e profonda riforma che ha investito l'intera materia. Nel settore del diritto privato comparato, una prima linea di ricerca verte sull'armonizzazione del diritto contrattuale europeo, e in particolare, sull'analisi di alcuni aspetti problematici (solo per citarne alcuni, clausole vessatorie e passaggio del rischio) della Proposta di regolamento europeo sulla vendita (Common European Sales Law), che regola tout court la vendita: dalla formazione del contratto ai rimedi. Si tratta di un vero e proprio cambio di prospettiva. L'armonizzazione del diritto contrattuale non passa più attraverso lo strumento della direttiva - destinato a produrre effetti giuridici solo dopo un formale provvedimento di recepimento dei singoli Stati membri - ma attraverso il regolamento destinato a produrre effetti giuridici direttamente in capo ai singoli. Il diritto comune europeo della vendita non si pone come una regola di diritto internazionale privato ma come un secondo regime opzionale nazionale che sarà identico ed omogeneo in ciascuno Stato membro. Una seconda linea di ricerca verte sull'analisi contratto di spedizione e sulle interferenze tra spedizione e trasporto. Ulteriori profili della ricerca nel settore del diritto privato comparato vertono sulla fideiussione omnibus e sulla liberalizzazione dei servizi portuali.
Le attività di ricerca nell'area del diritto commerciale e del diritto dell'economia si snodano intorno ad alcune tematiche di ampio respiro e di notevole interesse, sia sotto il profilo teorico-sistematico che per i riflessi sul piano operativo. Un filone di ricerca ha ad oggetto l'analisi dell'evoluzione del diritto dell'impresa sotto la spinta della crisi economica, secondo scelte di politica legislativa dettate dalla logica emergenziale e non sempre adeguatamente ponderate. In tale ambito rientrano gli studi sulle nuove forme di finanziamento delle piccole e medie imprese, sulla revisione della disciplina in materia di mercati organizzati per la negoziazione di strumenti finanziari e sulla riforma delle procedure concorsuali, con particolare riferimento agli istituti (quali l'esdebitazione del fallito) finalizzati a permettere il c.d. fresh start, ossia la ripresa dell'attività economica senza il peso dei debiti pregressi. Un altro filone di ricerca riguarda lo studio anche comparatistico delle discipline della proprietà intellettuale e della concorrenza. In quest'ambito un'attenzione particolare è dedicata ad alcuni temi di frontiera, che attengono fra l'altro 1) alle nuove tecniche di appropriazione delle informazioni; 2) all'efficienza ed alla compatibilità con l'attuale scenario normativo costituzionale interno, comunitario ed internazionale pattizio di tecniche pubblicistiche di composizione dei conflitti di interesse tra i titolari dei diritti di proprietà intellettuale e gli utilizzatori degli intangibles in ambiente telematico; 3) allo studio della nozione di “consumatore” presupposta dalle normative poste a tutela del funzionamento del meccanismo del mercato, per verificare il rilievo che nella sua costruzione hanno avuto gli studi di psicologia cognitiva ed economia comportamentale riguardanti i processi di decision making in condizioni di incertezza. La tutela giurisdizionale delle situazioni giuridiche soggettive, ivi comprese quelle sinora richiamate, certamente assicurata dal processo di cognizione o da procedimenti speciali, si esercita anche attraverso il ricorso, da un lato, a forme alternative di tutela, dall'altro, a procedimenti volti a fornire in fase attuativa la tutela del diritto. Con riguardo alla prima problematica, costituiscono oggetto di ricerca le c.d. alternative dispute resolution, e, in particolare, la mediazione e la negoziazione assistita, di nuova introduzione con il d.l. 12 settembre 2014, n. 132, convertito con modificazioni in l. 10 novembre 2014, n. 162 la cui affermazione ha un'eco anche in altri settori del diritto come è avvenuto, sia pure in termini significativamente diversi, con la disciplina della mediazione e del reclamo in campo tributario. Per quel che attiene alla seconda delle tematiche indicate, la ricerca si focalizza sulla tutela esecutiva dei diritti e, in particolare, del diritto di credito. Ciò comporta lo studio approfondito vuoi del processo esecutivo, dei giudizi di cognizione su di esso incidenti, nonché dei provvedimenti di inibitoria dell'efficacia esecutiva del titolo ovvero di sospensione dell'esecuzione; vuoi delle procedure concorsuali, con peculiare attenzione alle problematiche sottese alla distribuzione del ricavato nella procedura esecutiva (singolare e) collettiva e al concordato preventivo.
Linee di ricerca nell'ambito della storia del diritto medievale e moderno.
La ricerca nel settore di Storia del diritto s'impernia intorno ai seguenti nuclei: - la giurisprudenza del tardo diritto comune, quale emerge dalla letteratura a stampa e dalla documentazione archivistica; - la scienza penalistica dei secc. XIX e XX, con riguardo sia alla costruzione dogmatica sia alle prassi applicative; - il diritto processuale civile e penale italiano ed europeo in età contemporanea; - i profili biografici di giuristi, sulla scorta dell'esperienza del Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo), Bologna 2013, impresa della quale l'Università di Foggia è stata capofila insieme con altri Atenei italiani.
Alla luce degli obiettivi delineati nel piano strategico di Ateneo 2015-2017, il Dipartimento si propone gli obiettivi riportati di seguito.
OBIETTIVO 1: Consolidare e potenziare la ricerca e migliorarne la qualità.
STRUMENTI: a) costante monitoraggio delle pubblicazioni; b) individuazione dei soggetti inattivi; c) contributi per la pubblicazione di lavori scientifici con collocazione editoriale diffusa in ambito nazionale e/o internazionale; d) eventuale creazione di apposite pubblicazioni promosse dal Dipartimento, quali quaderni, volumi collettanei, ecc., nell'ambito dei quali coinvolgere prioritariamente i ricercatori inattivi; e) partecipazione a e organizzazione di seminari, convegni e incontri di studio.
MISURE DEL MIGLIORAMENTO: a) aumento delle pubblicazioni valutabili rispetto al triennio precedente; b) riduzione del numero dei soggetti inattivi.
OBIETTIVO 2: Promuovere i processi di internazionalizzazione.
STRUMENTI: a) formazione specifica, anche con la partecipazione a corsi e seminari, del personale amministrativo di Dipartimento in materia di servizi di internazionalizzazione, finalizzata in particolare al supporto nella presentazione nonché nella successiva gestione amministrativo-contabile e di rendicontazione di progetti competitivi; b) costante collaborazione del Dipartimento con le competenti strutture d'Ateneo; c) organizzazione di corsi in inglese svolti dal collega di madrelingua afferente al Dipartimento finalizzati al miglioramento: 1) delle capacità didattiche in lingua inglese del corpo docente anche in funzione di un'eventuale istituzione di corsi in inglese; 2) della capacità di pubblicare in lingua inglese; 3) della capacità di partecipazione a bandi competitivi. d) partecipazione e organizzazione di seminari sulle opportunità di ricerca derivanti da Bandi nazionali ed Europei (es. Call Horizon 2020) e massima divulgazione dei relativi contenuti tra i membri del Dipartimento; e) intensificazione dell'attività di supporto ai docenti e ai ricercatori da parte del delegato di Dipartimento per l'internazionalizzazione nella individuazione delle calls più adeguate alle linee di ricerca del Dipartimento e nella redazione dei progetti internazionali; f) stipula di accordi di collaborazione con strutture terze specializzate nel management di progetti europei e internazionali.
MISURE DEL MIGLIORAMENTO: a) partecipazione del delegato di Dipartimento alla internazionalizzazione della ricerca a seminari sulle opportunità di ricerca derivanti da Bandi nazionali ed Europei (es. Call Horizon 2020); b) promozione di protocolli di intesa con Università straniere, finalizzata ad incentivare la mobilità internazionale in entrata e in uscita di docenti e ricercatori e la compartecipazione a bandi competitivi di ricerca nazionale e internazionale; c) attività di ricerca e partecipazione a convegni presso Università o Enti di ricerca stranieri, anche attingendo a fondi di Ateneo, ove possibile; d) realizzazione di almeno un convegno o seminario annuale con la partecipazione di professori e soggetti istituzionali stranieri; e) promozione della partecipazione di docenti in missioni internazionali e supporto agli stessi; f) presenza di almeno un visiting professor in entrata presso il Dipartimento, in particolare dando seguito a bandi di Ateneo e dando ampia informazione su tali opportunità ai colleghi stranieri; g) presenza di almeno un visiting professor in uscita presso Università e Enti di ricerca stranieri.
OBIETTIVO 3: Potenziamento della “Terza missione”.
STRUMENTI: a) promozione di protocolli d'intesa e convenzioni con Ordini professionali e Istituzioni locali per lo svolgimento di attività formative, stages e tirocini da parte degli studenti di Giurisprudenza; b) promozione di protocolli d'intesa e convenzioni con Ordini professionali e Istituzioni locali per attività di placement, di formazione post-diploma e post-laurea (dottorati, assegni di ricerca) e di formazione professionale (formazione specialistica degli avvocati, dei mediatori-conciliatori, degli arbitri, di amministratori condominiali); c) promozione di protocolli d'intesa e convenzioni con enti locali finalizzati al supporto ed eventuale finanziamento delle attività della Scuola per le professioni legali e di iniziative culturali della stessa; d) intensificazione della collaborazione con Ordini professionali e istituzioni locali per la realizzazione di attività convegnistiche e iniziative editoriali; e) promozione di collaborazioni con i media locali e nazionali, il mondo della cultura e dello spettacolo, finalizzata alla divulgazione delle conoscenze su temi di interesse accademico e scientifico.
MISURE DEL MIGLIORAMENTO: a) organizzazione d'incontri con i responsabili delle Istituzioni locali e i rappresentanti degli Ordini professionali per la negoziazione di convenzioni e protocolli d'intesa finalizzati alla realizzazione degli obiettivi preposti; b) organizzazione d'incontri con responsabili delle riviste specializzate degli Ordini professionali e dei media locali per la realizzazione di collaborazioni culturali destinate anche ad un pubblico extrauniversitario.
Un ulteriore obiettivo del Dipartimento riguarda la c.d. Terza missione, ovvero l'intensificazione dei rapporti e della collaborazione con il territorio nelle sue diverse espressioni, rispetto al quale si propone come centro di stimolo culturale e d'aggregazione progettuale, in linea col Piano strategico di Ateneo 2015-2017. Fedele alla sua missione di struttura universitaria pubblica, esso è infatti chiamato a contribuire allo sviluppo economico e culturale del nostro Paese, e della realtà locale nella quale è insediato, preparando professionisti, dirigenti, quadri e operatori pubblici e privati cui trasmettere adeguate competenze giuridiche ed economiche. È prevedibile che una buona parte dei laureati del Dipartimento di Giurisprudenza di Foggia trovi sbocco occupazionale attraverso concorsi pubblici; il che rende obiettivo primario del Dipartimento la qualità della ricerca coniugata alla qualità della didattica, nell'intento di fornire ai laureati il know how necessario per inserirsi al meglio nel mondo del lavoro. Altra quota significativa dei laureati in Giurisprudenza dell'Università di Foggia si orienterà verso la libera professione; e anche in questo caso la qualità della ricerca, in osmosi con quella della didattica, deve servire a formare eccellenze o comunque figure adeguate agli scenari del futuro mondo del lavoro. Considerato il nesso inscindibile intercorrente tra didattica e ricerca, i principali insegnamenti di base e gli indirizzi in cui si articola l'offerta didattica del Dipartimento costituiscono i contenitori naturali e i canali di aggregazione delle variegate linee di ricerca perseguite e di seguito riportate.
Linea di ricerca storico-sociologica, filosofica e pubblicistica.
Le linee di ricerca indicate sono accomunate dalla visione del diritto quale strumento per procedimentalizzare i poteri pubblici ed impedirne abusi, anche in dialogo con la miglior cultura giuridica italiana che fa della Costituzione il cuore della vita del diritto. Nella post-modernità, lo Stato di diritto viene messo a rischio da una normazione alluvionale e a volte irrazionale, disposta a violare i pilastri tardo-illuministici dell'eguaglianza e della certezza. Al riguardo, si focalizza l'analisi su alcune teorie procedurali del diritto che propongono forme e regole che in qualche modo arginino un'attività legislativa, amministrativa e giudiziaria sempre più decisionistica. L'uso delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione rende necessaria l'analisi delle forme di comunicazione con cui vengono veicolati i messaggi normativi del giuridico, in particolare di quella che si serve dell'impiego delle immagini (si parla infatti di Visual Jurisprudence). Ne consegue un improprio uso del diritto che si estrinseca attraverso quei provvedimenti demagogici, emergenziali, che non mirano a tutelare beni giuridici, ma a supplire ai bisogni emotivi di pena. Emerge come il rapporto tra democrazia e diritto sia un concetto a “geometria variabile” i cui confini non sono più ben definiti. Molta parte delle scelte di politica del diritto verrà sempre più attratta in ambiti sovranazionali a scapito delle istituzioni nazionali. Settori come il diritto tributario, il diritto amministrativo, il diritto costituzionale, addirittura il “refrattario” diritto penale, sono permeati da una normativa europea in continua evoluzione che modifica interi assetti dell'ordinamento. Nascono così proficui interscambi col gruppo economico – internazionale, da cui scaturiscono riflessioni attorno ai nuovi modelli di democrazia in Europa, basati sul consenso dialogico e su procedure legislative che tentano di favorirne la formazione. Questa nuova forma democratica europea sta modificandolo il sistema delle fonti, tra le quali un ruolo importante assume la giurisprudenza-fonte, che sarà oggetto di approfondimento e di razionalizzazione. Tra gli ambiti che meritano uno studio particolare: i requisiti di legittimità della detenzione carceraria; la retroattività della legge penale più favorevole (in campo penale e fiscale); la nozione autonoma di matière pénale e le sue conseguenze, tra cui l'estensione del principio del ne bis in idem, che in ambito CEDU sta acquisendo una portata maggiore che in ambito nazionale, con potenziali ripercussioni su ogni settore dell'ordinamento (si pensi, ad es., al settore tributario). Particolarmente delicati appaiono inoltre i sempre più frequenti interventi della giurisprudenza sovranazionale in materia bioetica. La trasformazione in atto ha già avuto quale effetto quello di erodere un c.d. pilastro della modernità, e cioè l'intangibilità del giudicato e stimola riflessioni in ordine ad ulteriori ricadute sul sistema interno. Non va sottovalutato, inoltre, l'impatto di tali dinamiche sugli assetti istituzionali nazionali, poiché i processi di riforma in itinere nell'ordinamento italiano – che riguardano sia la forma di stato sia la forma di governo – paiono volti anche a garantire una maggiore efficienza delle istituzioni, locali e nazionali, nella gestione dei processi di integrazione sovranazionale.
Linee di ricerca in Diritto amministrativo.
Gli attuali interessi di ricerca in ambito amministrativo attengono alla storia del diritto amministrativo ed al rapporto giuridico amministrativo, nonché agli istituti di giustizia amministrativa, con particolare riferimento al sindacato del giudice amministrativo sulla discrezionalità amministrativa e alle decisioni dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato sul processo amministrativo. Ulteriori linee riguardano il sistema delle sanzioni amministrative, anche alla luce dei più recenti indirizzi giurisprudenziali delle Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione, le parti del processo amministrativo, la motivazione dei provvedimenti, la disciplina dei rifiuti, la tutela giurisdizionale del diritto alla salute, la responsabilità della pubblica amministrazione, con riferimento al danno all'immagine della PA e, più in generale, ai recenti orientamenti della giurisprudenza contabile. Inoltre, in materia urbanistica, si volge particolare attenzione ai sistemi di perequazione. A tale filone di ricerca si affianca lo studio della tutela giurisdizionale del diritto alla salute. Infine, altro tema specifico oggetto di ricerca è costituito dalle linee di tendenza della riforma universitaria in prospettiva storica.
Linea di ricerca in campo economico-giuridico internazionale
Al momento, il gruppo economico-giuridico internazionale incentra prevalentemente la sua attenzione sui processi di globalizzazione dell'economia da tempo in atto e sulle nuove tendenze dell'economia internazionale e della sua disciplina giuridica. In questo ambito, un'attenzione particolare è dedicata al fenomeno della finanziarizzazione dell'economia, dei suoi risvolti sociali e relativi alla tutela dei diritti umani, alla consequenziale trasformazione delle strutture e funzioni dello Stato e della democrazia, nonché alle modifiche strutturali che essa implica in alcuni specifici settori (ad es., al settore tributario, soprattutto sul versante delle procedure di verifica e controllo dei contribuenti, ma anche del passaggio dal bilateralismo al multilateralismo degli accordi contro le doppie imposizioni oggi oggetto di interventi da parte dell'OCSE). Altro fenomeno attuale, su cui si focalizzano le ricerche, è costituito dalla crisi dei sistemi multilaterali preposti alla gestione dell'economia sotto la spinta di molteplici tendenze centrifughe. In questo quadro si inserisce in particolare l'interesse per lo studio dell'evoluzione del sistema facente capo all'Organizzazione Mondiale del Commercio, a partire dalla riforma intrapresa col c.d. Doha Round, il ciclo di negoziati commerciali multilaterali avviato nel 2001. Il Doha Round sembra allo stato sostanzialmente fallito. Il “pacchetto di Bali”, un pacchetto di riforme adottato nel dicembre del 2013, è assai deludente e di scarsa portata. Va avanti, al contempo, l'imponente sviluppo, ai margini o al di fuori del sistema, del “regionalismo economico rafforzato”, ovvero l'integrazione economica tra gruppi di Stati, su basi bilaterali o regionali (di cui il progetto di area di libero scambio UE-USA costituisce un caso esemplare) che coinvolge anche aspetti non regolamentati dal sistema multilaterale degli scambi, ma di importanza strategica per l'economia internazionale (investimenti, proprietà intellettuale, tutela dei consumatori, tutela dei lavoratori e dei diritti umani, protezione dell'ambiente, disciplina di Internet sotto il profilo della governance complessiva del web e anche come infrastruttura del commercio elettronico cui si accompagna naturalmente il tema della relativa disciplina fiscale che costituisce oggi una delle questioni di centrale attualità per l'attività del G20 e dell'OCSE). Collegato in vario modo anche al diritto internazionale dell'economia è poi lo studio sulla teoria e prassi del contrasto al crimine organizzato transnazionale condotto nel Dipartimento con particolare riguardo ai profili della lotta alla corruzione, interna e internazionale, talvolta in connessione a forme di elusione o frode fiscale internazionale. Un altro filone di ricerca importante verte sulle recenti tendenze alla “costituzionalizzazione” dell'ordinamento internazionale per effetto della “verticalizzazione” normativa connessa all'espansione delle norme internazionali produttive di obblighi erga omnes. Di particolare interesse, in questo ambito, è la riflessione sulla trasformazione del sistema delle fonti internazionali e dei rapporti di tali fonti con gli ordinamenti costituzionali degli Stati (filone di riflessione condotto anche attraverso un opportuno e proficuo confronto con la linea di ricerca storica, filosofica e pubblicistica). Sul piano europeo, un focus importante delle attività di ricerca del gruppo è costituito dalla governance del sistema economico e monetario europeo e dell'Eurozona. Ampio spazio è dedicato al tema del riparto di competenze verticale tra Unione europea e Stati membri, anche al fine di valutare le implicazioni dovute alle modifiche introdotte dal Trattato di Lisbona, che ha provveduto ad inserire nel diritto primario la definizione di diverse categorie di competenze corredate da elenchi di materie. Tale indagine, oltre che sugli aspetti generali, si sofferma in particolare sulle competenze dell'Unione in materia di relazioni esterne e sull'agire comune dell'Unione e degli Stati membri sulla scena internazionale. Partendo dall'esperienza maturata nell'ambito del diritto dell'Unione europea, questa linea di ricerca si estende ai temi delle relazioni esterne e del sistema di competenze all'ambito più generale delle Organizzazioni internazionali. Altra linea di ricerca ampiamente interdisciplinare – economico-giuridica – studia l'efficienza del sistema giudiziario nazionale e la sua ricaduta su economia e società. Infatti la recente crisi economica ha reso improcrastinabile un intervento strutturale teso a limitare i costi economici della giustizia (secondo la Banca d'Italia, pari ad una perdita dell'1% del PIL) e quelli sociali e, soprattutto, a ridurre i tempi di attesa per la conclusione dei procedimenti. Gli studi relativi a tale tema si sono svolti nell'arco di più anni e sono stati presentati in convegni interdisciplinari. Si è proceduto ad analizzare il fenomeno secondo un approccio macroeconomico, individuando gli effetti che una giustizia “lenta” esercita sul sistema-paese, e soprattutto sul sistema produttivo e quindi sulle imprese. Un approccio microeconomico ha invece cercato di esaminare se esso sia ascrivibile ad una sorta di “eccesso di domanda” di giustizia ovvero all'esistenza di limiti nell'”offerta” di giustizia. In tal senso appare opportuno approfondire il ruolo di avvocati e magistrati. I primi esiti di tali ricerche sono sfociati in un volume (2014) e in articoli pubblicati su riviste internazionali. Ulteriori linee di ricerca, di stampo prettamente economico, si concentrano sulle relazioni individuabili tra forme peculiari di organizzazione di impresa, quali i network, ed imprenditorialità, soffermandosi in particolare sul ruolo determinante rappresentato dal team network, che rappresenta una path dependence per l'intero cluster, soprattutto se gode di una buona reputazione e legittimità come network. Questa ipotesi è tanto più vera se si considerano i network di settori low tech, dove l'aspetto sociale assume un rilievo fondamentale. Legata e conseguente a questo oggetto di indagine è la linea di ricerca che indaga sulla rilevanza che i network di imprese presentano in settori non manifatturieri, quali l'agricoltura ed il turismo. I primi risultati in merito sono oggetto di un volume edito da una casa editrice internazionale (2014). Una ultima linea di ricerca concerne il ruolo e la funzione del settore non profit. Indagini in merito sono state effettuate sia a livello nazionale, sia a livello internazionale, cercando soprattutto di comprendere la rilevanza che l'operatività di tale settore possa avere nell'ambito delle economie in transizione. L'attenzione delle non profit agli aspetti “etici” in senso ampio di qualsivoglia processo produttivo appare particolarmente rilevante oggi, in una fase di individuazione di nuovi modelli produttivi caratterizzati da una attenzione crescente all'equità, all'ambiente ed alla collettività in genere.
Linee di ricerca in campo giuslavoristico.
Le principali linee di ricerca nel settore IUS/07 riflettono la grande varietà di interessi scientifici. Meritano di essere segnalati gli studi su alcuni temi attuali e innovativi, anche nella prospettiva internazionale. Il riferimento è, ovviamente, alla delicata questione della riforma del mercato del lavoro interessata negli ultimi anni, principalmente, dalle leggi n. 92/2012, n. 78/2014 e 183/2014 (e relativi decreti attuativi) e ai suoi effetti sul sistema delle fonti e sui principi fondanti del diritto del lavoro. Sulle più recenti innovazioni legislative è stato avviato un filone di ricerca che ha ad oggetto una pluralità di istituti: fattispecie flessibili di manodopera (p. es., contratto a tempo determinato, part-time), politiche attive e passive del lavoro, licenziamento individuale e collettivo, sistema di sicurezza sociale, sicurezza sul lavoro. Saranno oggetto di approfondimento anche le c.d. tematiche di genere (azioni positive, organismi di parità e contrattazione sociale, segregazione verticale, welfare aziendale); il ruolo della formazione nel contratto di lavoro e, in particolare, nelle Pubbliche amministrazioni; il ruolo delle Autorità amministrative indipendenti nel diritto del lavoro (Autorità garante per la protezione dei dati personali; Autorità nazionale anticorruzione; Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali; Commissione di vigilanza sui fondi pensione); il tema della rappresentanza e rappresentatività sindacale e la storia del diritto del lavoro. La ricchezza delle linee di ricerca che affrontano problematiche attuali e innovative è, altresì, testimoniata dall'attenzione scientifica sui profili comunitari del diritto del lavoro, come quello della flexisecurity, uno dei fenomeni di maggiore interesse nell'ambito lavoristico che, traendo origine dai sistemi giuridici del Nord Europa, si è diffusa anche negli altri ordinamenti dell'Unione europea attraverso le politiche comunitarie del lavoro.
Linee di ricerca nell'ambito del diritto romano.
La ricerca nel settore del Diritto Romano verte intorno all'analisi delle cd. 'mentalità' dei giuristi romani. Si intende 'mentalità' in senso ampio, vale a dire come nozione volta a ricomprendere valori e metodi, implicazioni pregiuridiche e referenti culturali, schemi ordinanti e atteggiamenti di principio, utilizzazione funzionale di dati provenienti anche da altri settori di studio. L'osservazione delle attitudini intellettuali, dei 'modi' di pensiero, dei luoghi comuni e di tutte quelle convinzioni fondamentali condizionanti consapevolmente o inconsapevolmente l'operare tecnico del singolo giurista e/o del ceto dei giuristi all'interno dell'esperienza giuridica romana rappresenta il principale ambito d'indagine. La ricerca come indicata sarà svolta guardando anche al contributo fornito dall'operato dei giuristi, considerando le loro ‘mentalità' come prima descritte, alla enucleazione e formazione di nozioni e categorie giuridiche. In particolare, il principale settore di studio è rappresentato dal momento processuale, sia civile sia criminale. L'analisi critica delle fonti dirette primarie e secondarie nonché la verifica della dottrina successiva rappresenta l'orientamento metodologico impiegato.
Linee di ricerca in campo privatistico (privato comparato), commerciale e processualcivilistico.
In ambito civilistico, le linee di ricerca muovono da dottrine generali, in un'ottica interdisciplinare e sovranazionale, con costante attenzione al pluralismo delle fonti e all'interpretazione. Si pone in particolare evidenza il ruolo assolto dalle clausole e dai principi generali, anche per la tutela dei diritti fondamentali, nonché l'analisi dei riflessi del tempo sugli istituti cardine del diritto privato ed in special modo ove si manifesta l'autonomia negoziale. Le diverse problematiche sono affrontate con metodo storico-comparatistico e costante attenzione al diritto europeo. Tra i temi tecnici, formano oggetto di studio, aspetti peculiari del diritto delle obbligazioni e dei contratti (fra i quali, cooperazione del creditore, obblighi informativi precontrattuali, diritti dei consumatori), con precipua analisi dei mezzi di tutela dei delle numerose forme di disparità di potere contrattuale. Sono altresì oggetto di ricerca il valore giuridico e l'efficacia probatoria della firma elettronica semplice; la crisi di impresa e le nuove iniziative di business rescue; nell'ambito della proprietà e diritti reali, la disciplina del condominio, alla luce della recente e profonda riforma che ha investito l'intera materia. Nel settore del diritto privato comparato, una prima linea di ricerca verte sull'armonizzazione del diritto contrattuale europeo, e in particolare, sull'analisi di alcuni aspetti problematici (solo per citarne alcuni, clausole vessatorie e passaggio del rischio) della Proposta di regolamento europeo sulla vendita (Common European Sales Law), che regola tout court la vendita: dalla formazione del contratto ai rimedi. Si tratta di un vero e proprio cambio di prospettiva. L'armonizzazione del diritto contrattuale non passa più attraverso lo strumento della direttiva - destinato a produrre effetti giuridici solo dopo un formale provvedimento di recepimento dei singoli Stati membri - ma attraverso il regolamento destinato a produrre effetti giuridici direttamente in capo ai singoli. Il diritto comune europeo della vendita non si pone come una regola di diritto internazionale privato ma come un secondo regime opzionale nazionale che sarà identico ed omogeneo in ciascuno Stato membro. Una seconda linea di ricerca verte sull'analisi contratto di spedizione e sulle interferenze tra spedizione e trasporto. Ulteriori profili della ricerca nel settore del diritto privato comparato vertono sulla fideiussione omnibus e sulla liberalizzazione dei servizi portuali.
Le attività di ricerca nell'area del diritto commerciale e del diritto dell'economia si snodano intorno ad alcune tematiche di ampio respiro e di notevole interesse, sia sotto il profilo teorico-sistematico che per i riflessi sul piano operativo. Un filone di ricerca ha ad oggetto l'analisi dell'evoluzione del diritto dell'impresa sotto la spinta della crisi economica, secondo scelte di politica legislativa dettate dalla logica emergenziale e non sempre adeguatamente ponderate. In tale ambito rientrano gli studi sulle nuove forme di finanziamento delle piccole e medie imprese, sulla revisione della disciplina in materia di mercati organizzati per la negoziazione di strumenti finanziari e sulla riforma delle procedure concorsuali, con particolare riferimento agli istituti (quali l'esdebitazione del fallito) finalizzati a permettere il c.d. fresh start, ossia la ripresa dell'attività economica senza il peso dei debiti pregressi. Un altro filone di ricerca riguarda lo studio anche comparatistico delle discipline della proprietà intellettuale e della concorrenza. In quest'ambito un'attenzione particolare è dedicata ad alcuni temi di frontiera, che attengono fra l'altro 1) alle nuove tecniche di appropriazione delle informazioni; 2) all'efficienza ed alla compatibilità con l'attuale scenario normativo costituzionale interno, comunitario ed internazionale pattizio di tecniche pubblicistiche di composizione dei conflitti di interesse tra i titolari dei diritti di proprietà intellettuale e gli utilizzatori degli intangibles in ambiente telematico; 3) allo studio della nozione di “consumatore” presupposta dalle normative poste a tutela del funzionamento del meccanismo del mercato, per verificare il rilievo che nella sua costruzione hanno avuto gli studi di psicologia cognitiva ed economia comportamentale riguardanti i processi di decision making in condizioni di incertezza. La tutela giurisdizionale delle situazioni giuridiche soggettive, ivi comprese quelle sinora richiamate, certamente assicurata dal processo di cognizione o da procedimenti speciali, si esercita anche attraverso il ricorso, da un lato, a forme alternative di tutela, dall'altro, a procedimenti volti a fornire in fase attuativa la tutela del diritto. Con riguardo alla prima problematica, costituiscono oggetto di ricerca le c.d. alternative dispute resolution, e, in particolare, la mediazione e la negoziazione assistita, di nuova introduzione con il d.l. 12 settembre 2014, n. 132, convertito con modificazioni in l. 10 novembre 2014, n. 162 la cui affermazione ha un'eco anche in altri settori del diritto come è avvenuto, sia pure in termini significativamente diversi, con la disciplina della mediazione e del reclamo in campo tributario. Per quel che attiene alla seconda delle tematiche indicate, la ricerca si focalizza sulla tutela esecutiva dei diritti e, in particolare, del diritto di credito. Ciò comporta lo studio approfondito vuoi del processo esecutivo, dei giudizi di cognizione su di esso incidenti, nonché dei provvedimenti di inibitoria dell'efficacia esecutiva del titolo ovvero di sospensione dell'esecuzione; vuoi delle procedure concorsuali, con peculiare attenzione alle problematiche sottese alla distribuzione del ricavato nella procedura esecutiva (singolare e) collettiva e al concordato preventivo.
Linee di ricerca nell'ambito della storia del diritto medievale e moderno.
La ricerca nel settore di Storia del diritto s'impernia intorno ai seguenti nuclei: - la giurisprudenza del tardo diritto comune, quale emerge dalla letteratura a stampa e dalla documentazione archivistica; - la scienza penalistica dei secc. XIX e XX, con riguardo sia alla costruzione dogmatica sia alle prassi applicative; - il diritto processuale civile e penale italiano ed europeo in età contemporanea; - i profili biografici di giuristi, sulla scorta dell'esperienza del Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo), Bologna 2013, impresa della quale l'Università di Foggia è stata capofila insieme con altri Atenei italiani.
Alla luce degli obiettivi delineati nel piano strategico di Ateneo 2015-2017, il Dipartimento si propone gli obiettivi riportati di seguito.
OBIETTIVO 1: Consolidare e potenziare la ricerca e migliorarne la qualità.
STRUMENTI: a) costante monitoraggio delle pubblicazioni; b) individuazione dei soggetti inattivi; c) contributi per la pubblicazione di lavori scientifici con collocazione editoriale diffusa in ambito nazionale e/o internazionale; d) eventuale creazione di apposite pubblicazioni promosse dal Dipartimento, quali quaderni, volumi collettanei, ecc., nell'ambito dei quali coinvolgere prioritariamente i ricercatori inattivi; e) partecipazione a e organizzazione di seminari, convegni e incontri di studio.
MISURE DEL MIGLIORAMENTO: a) aumento delle pubblicazioni valutabili rispetto al triennio precedente; b) riduzione del numero dei soggetti inattivi.
OBIETTIVO 2: Promuovere i processi di internazionalizzazione.
STRUMENTI: a) formazione specifica, anche con la partecipazione a corsi e seminari, del personale amministrativo di Dipartimento in materia di servizi di internazionalizzazione, finalizzata in particolare al supporto nella presentazione nonché nella successiva gestione amministrativo-contabile e di rendicontazione di progetti competitivi; b) costante collaborazione del Dipartimento con le competenti strutture d'Ateneo; c) organizzazione di corsi in inglese svolti dal collega di madrelingua afferente al Dipartimento finalizzati al miglioramento: 1) delle capacità didattiche in lingua inglese del corpo docente anche in funzione di un'eventuale istituzione di corsi in inglese; 2) della capacità di pubblicare in lingua inglese; 3) della capacità di partecipazione a bandi competitivi. d) partecipazione e organizzazione di seminari sulle opportunità di ricerca derivanti da Bandi nazionali ed Europei (es. Call Horizon 2020) e massima divulgazione dei relativi contenuti tra i membri del Dipartimento; e) intensificazione dell'attività di supporto ai docenti e ai ricercatori da parte del delegato di Dipartimento per l'internazionalizzazione nella individuazione delle calls più adeguate alle linee di ricerca del Dipartimento e nella redazione dei progetti internazionali; f) stipula di accordi di collaborazione con strutture terze specializzate nel management di progetti europei e internazionali.
MISURE DEL MIGLIORAMENTO: a) partecipazione del delegato di Dipartimento alla internazionalizzazione della ricerca a seminari sulle opportunità di ricerca derivanti da Bandi nazionali ed Europei (es. Call Horizon 2020); b) promozione di protocolli di intesa con Università straniere, finalizzata ad incentivare la mobilità internazionale in entrata e in uscita di docenti e ricercatori e la compartecipazione a bandi competitivi di ricerca nazionale e internazionale; c) attività di ricerca e partecipazione a convegni presso Università o Enti di ricerca stranieri, anche attingendo a fondi di Ateneo, ove possibile; d) realizzazione di almeno un convegno o seminario annuale con la partecipazione di professori e soggetti istituzionali stranieri; e) promozione della partecipazione di docenti in missioni internazionali e supporto agli stessi; f) presenza di almeno un visiting professor in entrata presso il Dipartimento, in particolare dando seguito a bandi di Ateneo e dando ampia informazione su tali opportunità ai colleghi stranieri; g) presenza di almeno un visiting professor in uscita presso Università e Enti di ricerca stranieri.
OBIETTIVO 3: Potenziamento della “Terza missione”.
STRUMENTI: a) promozione di protocolli d'intesa e convenzioni con Ordini professionali e Istituzioni locali per lo svolgimento di attività formative, stages e tirocini da parte degli studenti di Giurisprudenza; b) promozione di protocolli d'intesa e convenzioni con Ordini professionali e Istituzioni locali per attività di placement, di formazione post-diploma e post-laurea (dottorati, assegni di ricerca) e di formazione professionale (formazione specialistica degli avvocati, dei mediatori-conciliatori, degli arbitri, di amministratori condominiali); c) promozione di protocolli d'intesa e convenzioni con enti locali finalizzati al supporto ed eventuale finanziamento delle attività della Scuola per le professioni legali e di iniziative culturali della stessa; d) intensificazione della collaborazione con Ordini professionali e istituzioni locali per la realizzazione di attività convegnistiche e iniziative editoriali; e) promozione di collaborazioni con i media locali e nazionali, il mondo della cultura e dello spettacolo, finalizzata alla divulgazione delle conoscenze su temi di interesse accademico e scientifico.
MISURE DEL MIGLIORAMENTO: a) organizzazione d'incontri con i responsabili delle Istituzioni locali e i rappresentanti degli Ordini professionali per la negoziazione di convenzioni e protocolli d'intesa finalizzati alla realizzazione degli obiettivi preposti; b) organizzazione d'incontri con responsabili delle riviste specializzate degli Ordini professionali e dei media locali per la realizzazione di collaborazioni culturali destinate anche ad un pubblico extrauniversitario.
Sezione B - Sistema di gestione
Il Dipartimento è la struttura dell'Università nella quale vengono svolte le attività didattiche, formative e di ricerca scientifica facenti riferimento a settori scientifico-disciplinari omogenei.
Gli organi di governo del Dipartimento di Giurisprudenza sono:
a) il Direttore;
b) il Consiglio.
Il Direttore, quale responsabile del buon andamento delle attività del Dipartimento, in tema di ricerca: a) esercita funzioni di iniziativa, promozione e coordinamento delle attività di ricerca in capo al Dipartimento; b) svolge attività di controllo e di vigilanza sul regolare svolgimento di tutte le attività di ricerca che fanno capo al Dipartimento; c) convoca e presiede il Consiglio di Dipartimento.
Il Consiglio di Dipartimento, in materia di ricerca: a) delibera in merito all'eventuale attivazione di sezioni scientifiche; b) avanza proposte e assume determinazioni in merito all'attivazione e accreditamento di Scuole e di Corsi di dottorato, anche in convenzione con altre Università, e propone agli Organi Accademici dell'Ateneo il finanziamento delle relative borse di studio; c) delibera in merito al finanziamento delle risorse aggiuntive destinate al funzionamento dei Corsi di dottorato; d) approva il bilancio di previsione annuale, le variazioni di bilancio e il conto consuntivo del Dipartimento; e) delibera in merito all'utilizzo delle risorse finanziarie assegnate al Dipartimento; f) propone al Senato Accademico l'attribuzione al Dipartimento e\o ai settori scientifico disciplinari dello stesso dei posti di professore e di ricercatore; g) promuove e coordina le attività di ricerca del Dipartimento, ferme restando l'autonomia di ogni singolo professore e ricercatore e la sua facoltà di accedere direttamente ai finanziamenti per la ricerca erogati a livello internazionale, nazionale e locale; h) delibera, per quanto di competenza del Dipartimento, in merito ai progetti e alle singole iniziative in materia di ricerca; i) delibera in merito alle attività di consulenza e di ricerca che devono svolgersi, su contratto o convenzione, sotto la guida di un docente responsabile; l) propone agli organi collegiali centrali dell'ateneo l'attribuzione degli assegni di ricerca al Dipartimento e\o ai settori scientifico-disciplinari dello stesso; m) avanza proposte ed esprime pareri su contratti, convenzioni e partecipazioni di interesse per il Dipartimento; n) sottopone alla valutazione del Senato Accademico le eventuali problematiche didattiche e di ricerca insorgenti nell'ambito dei rapporti con gli altri Dipartimenti.
Al Consiglio partecipano tutti i docenti e i ricercatori in servizio presso il Dipartimento, una rappresentanza del personale tecnico e amministrativo e una rappresentanza degli studenti.
Il Consiglio di Dipartimento, nella seduta del 19 febbraio 2014, ha nominato i componenti della Commissione Scientifica di Dipartimento con funzioni di: a) monitoraggio delle procedure di inserimento delle pubblicazioni nell'Anagrafe della Ricerca di Ateneo (U-Gov) e della loro certificazione; b) attività di istruttoria per la risoluzione di problemi attinenti alla ricerca e alle pubblicazioni del personale docente afferente al Dipartimento.
La Commissione, composta da 5 docenti di I fascia afferenti a differenti settori scientifici operanti nel Dipartimento, in prima battuta si è occupata anche di analizzare la documentazione richiesta per la compilazione della scheda SUA-RD.
Su invito del Rettore finalizzato a individuare all'interno dei Dipartimenti una commissione ad hoc designata a occuparsi dell'elaborazione di un piano per la ricerca dipartimentale e di una politica di assicurazione della Qualità della ricerca del Dipartimento, il Consiglio di Dipartimento, nella seduta del 21 gennaio 2015, ha nominato la Commissione Ricerca di Dipartimento, presieduta dal Direttore e composta da due professori di I fascia, tre professori di II fascia e due ricercatori.
Le funzioni della CRD sono: 1) interfacciarsi con il Gruppo di lavoro per la valutazione della Qualità della Ricerca dell'Università di Foggia; 2) coadiuvare il Direttore nella stesura della Scheda Unica Annuale della Ricerca del Dipartimento (SUA-RD) e nell'elaborazione del Rapporto Annuale sulla Ricerca; 3) fornire pareri, ove richiesti, su tutte le questioni relative alle attività di ricerca svolte nel Dipartimento.
La struttura amministrativa a supporto delle attività di ricerca è composta da:
- il Coordinatore Amministrativo;
- il Settore Amministrazione e Contabilità, costituito dal Responsabile di Settore e altre 4 unità di personale, con i compiti di a) predisposizione e gestione del bilancio preventivo; b) predisposizione del conto consuntivo e del bilancio riclassificato; c) gestione entrate, uscite, residui attivi e passivi del Dipartimento; d) gestione fondo piccole spese (fondo economale); e) gestione procedure in economia per l'acquisto di beni e la prestazione di servizi necessari al funzionamento del Dipartimento; f) gestione del magazzino; g) gestione inventario beni mobili del Dipartimento e relativi adempimenti di natura tecnica ed amministrativa; h) gestione delle procedure connesse all'attività del Direttore, del Consiglio di Dipartimento e degli altri organi di Dipartimento; i) attuazione, per quanto di competenza, delle deliberazioni del Consiglio di Dipartimento; l) gestione, per quanto di competenza del Dipartimento, del personale docente, ricercatore e tecnico amministrativo, ivi comprese le collaborazioni esterne;
- il Settore Ricerca e Alta Formazione, costituito dal Responsabile di Settore e altre 2 unità di personale, con i compiti di a) gestione dei processi relativi alla ricerca istituzionale del Dipartimento; b) gestione dei processi relativi alle Scuole di dottorato/Corsi di dottorato attivati presso il Dipartimento e in convenzione con altre Università/Enti di ricerca; c) reperimento di bandi e informazioni riguardanti le opportunità di ricerca locale, nazionale e comunitaria e diffusione mirata al personale di ricerca del Dipartimento; e) supporto alle procedure per l'assegnazione delle risorse di bilancio per la ricerca al Dipartimento; f) supporto organizzativo ed amministrativo per la presentazione e la gestione dei progetti di ricerca e relativa assistenza tecnica al personale di ricerca del Dipartimento; g) monitoraggio e supporto all'Anagrafe della ricerca del Dipartimento; h) cura dei procedimenti relativi alla valutazione periodica della ricerca; i) rendicontazione progetti; l) predisposizione di testi di Convenzioni, Accordi di programma, Accordi-quadro e Protocolli di intesa per attività di ricerca finalizzata e commissionata; m) gestione dei processi relativi alla organizzazione dei Master, dei Corsi di Perfezionamento e delle altre attività formative post lauream dei Dipartimenti.
Gli organi di governo del Dipartimento di Giurisprudenza sono:
a) il Direttore;
b) il Consiglio.
Il Direttore, quale responsabile del buon andamento delle attività del Dipartimento, in tema di ricerca: a) esercita funzioni di iniziativa, promozione e coordinamento delle attività di ricerca in capo al Dipartimento; b) svolge attività di controllo e di vigilanza sul regolare svolgimento di tutte le attività di ricerca che fanno capo al Dipartimento; c) convoca e presiede il Consiglio di Dipartimento.
Il Consiglio di Dipartimento, in materia di ricerca: a) delibera in merito all'eventuale attivazione di sezioni scientifiche; b) avanza proposte e assume determinazioni in merito all'attivazione e accreditamento di Scuole e di Corsi di dottorato, anche in convenzione con altre Università, e propone agli Organi Accademici dell'Ateneo il finanziamento delle relative borse di studio; c) delibera in merito al finanziamento delle risorse aggiuntive destinate al funzionamento dei Corsi di dottorato; d) approva il bilancio di previsione annuale, le variazioni di bilancio e il conto consuntivo del Dipartimento; e) delibera in merito all'utilizzo delle risorse finanziarie assegnate al Dipartimento; f) propone al Senato Accademico l'attribuzione al Dipartimento e\o ai settori scientifico disciplinari dello stesso dei posti di professore e di ricercatore; g) promuove e coordina le attività di ricerca del Dipartimento, ferme restando l'autonomia di ogni singolo professore e ricercatore e la sua facoltà di accedere direttamente ai finanziamenti per la ricerca erogati a livello internazionale, nazionale e locale; h) delibera, per quanto di competenza del Dipartimento, in merito ai progetti e alle singole iniziative in materia di ricerca; i) delibera in merito alle attività di consulenza e di ricerca che devono svolgersi, su contratto o convenzione, sotto la guida di un docente responsabile; l) propone agli organi collegiali centrali dell'ateneo l'attribuzione degli assegni di ricerca al Dipartimento e\o ai settori scientifico-disciplinari dello stesso; m) avanza proposte ed esprime pareri su contratti, convenzioni e partecipazioni di interesse per il Dipartimento; n) sottopone alla valutazione del Senato Accademico le eventuali problematiche didattiche e di ricerca insorgenti nell'ambito dei rapporti con gli altri Dipartimenti.
Al Consiglio partecipano tutti i docenti e i ricercatori in servizio presso il Dipartimento, una rappresentanza del personale tecnico e amministrativo e una rappresentanza degli studenti.
Il Consiglio di Dipartimento, nella seduta del 19 febbraio 2014, ha nominato i componenti della Commissione Scientifica di Dipartimento con funzioni di: a) monitoraggio delle procedure di inserimento delle pubblicazioni nell'Anagrafe della Ricerca di Ateneo (U-Gov) e della loro certificazione; b) attività di istruttoria per la risoluzione di problemi attinenti alla ricerca e alle pubblicazioni del personale docente afferente al Dipartimento.
La Commissione, composta da 5 docenti di I fascia afferenti a differenti settori scientifici operanti nel Dipartimento, in prima battuta si è occupata anche di analizzare la documentazione richiesta per la compilazione della scheda SUA-RD.
Su invito del Rettore finalizzato a individuare all'interno dei Dipartimenti una commissione ad hoc designata a occuparsi dell'elaborazione di un piano per la ricerca dipartimentale e di una politica di assicurazione della Qualità della ricerca del Dipartimento, il Consiglio di Dipartimento, nella seduta del 21 gennaio 2015, ha nominato la Commissione Ricerca di Dipartimento, presieduta dal Direttore e composta da due professori di I fascia, tre professori di II fascia e due ricercatori.
Le funzioni della CRD sono: 1) interfacciarsi con il Gruppo di lavoro per la valutazione della Qualità della Ricerca dell'Università di Foggia; 2) coadiuvare il Direttore nella stesura della Scheda Unica Annuale della Ricerca del Dipartimento (SUA-RD) e nell'elaborazione del Rapporto Annuale sulla Ricerca; 3) fornire pareri, ove richiesti, su tutte le questioni relative alle attività di ricerca svolte nel Dipartimento.
La struttura amministrativa a supporto delle attività di ricerca è composta da:
- il Coordinatore Amministrativo;
- il Settore Amministrazione e Contabilità, costituito dal Responsabile di Settore e altre 4 unità di personale, con i compiti di a) predisposizione e gestione del bilancio preventivo; b) predisposizione del conto consuntivo e del bilancio riclassificato; c) gestione entrate, uscite, residui attivi e passivi del Dipartimento; d) gestione fondo piccole spese (fondo economale); e) gestione procedure in economia per l'acquisto di beni e la prestazione di servizi necessari al funzionamento del Dipartimento; f) gestione del magazzino; g) gestione inventario beni mobili del Dipartimento e relativi adempimenti di natura tecnica ed amministrativa; h) gestione delle procedure connesse all'attività del Direttore, del Consiglio di Dipartimento e degli altri organi di Dipartimento; i) attuazione, per quanto di competenza, delle deliberazioni del Consiglio di Dipartimento; l) gestione, per quanto di competenza del Dipartimento, del personale docente, ricercatore e tecnico amministrativo, ivi comprese le collaborazioni esterne;
- il Settore Ricerca e Alta Formazione, costituito dal Responsabile di Settore e altre 2 unità di personale, con i compiti di a) gestione dei processi relativi alla ricerca istituzionale del Dipartimento; b) gestione dei processi relativi alle Scuole di dottorato/Corsi di dottorato attivati presso il Dipartimento e in convenzione con altre Università/Enti di ricerca; c) reperimento di bandi e informazioni riguardanti le opportunità di ricerca locale, nazionale e comunitaria e diffusione mirata al personale di ricerca del Dipartimento; e) supporto alle procedure per l'assegnazione delle risorse di bilancio per la ricerca al Dipartimento; f) supporto organizzativo ed amministrativo per la presentazione e la gestione dei progetti di ricerca e relativa assistenza tecnica al personale di ricerca del Dipartimento; g) monitoraggio e supporto all'Anagrafe della ricerca del Dipartimento; h) cura dei procedimenti relativi alla valutazione periodica della ricerca; i) rendicontazione progetti; l) predisposizione di testi di Convenzioni, Accordi di programma, Accordi-quadro e Protocolli di intesa per attività di ricerca finalizzata e commissionata; m) gestione dei processi relativi alla organizzazione dei Master, dei Corsi di Perfezionamento e delle altre attività formative post lauream dei Dipartimenti.
Nessun gruppo inserito
Informazioni non pubbliche
Informazioni non pubbliche
Sezione C - Risorse umane e infrastrutture
Quadro C.1 - Infrastrutture
No record found
Ad uso esclusivo della struttura (inserite dalla Struttura)
N. | Nome | Sito web | Numero di monografie cartacee | Numero di annate di riviste cartacee | Numero di testate di riviste cartacee |
---|
In condivisione con altre strutture (inserite dall'Ateneo)
N. | Nome | Sito web | Numero di monografie cartacee | Numero di annate di riviste cartacee | Numero di testate di riviste cartacee |
---|---|---|---|---|---|
1. | BIBLIOTECA DI AREA ECONOMICO-GIURIDICA | http://www.unifg.it//ateneo/organizzazione/sistema-bibliotecario/biblioteca-area-economico-giuridica | 41.800 | 13.118 | 1.216 |
2. | SISTEMA BIBLIOTECARIO DI ATENEO | http://www.unifg.it/strutture/biblioteche | 79.570 | 18.568 | 2.008 |
Quadro C.2 - Risorse umane
-
- Prof. Ordinari [20]
-
- Prof. Associati [16]
-
- Ricercatori [21]
-
- Assistenti [0]
-
- Prof. Ordinario r.e. [0]
-
- Straordinari a t.d. [0]
-
- Ricercatori a t.d. [0]
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- Assegnisti [0]
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- Dottorandi [10]
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- Attiv. didattica e di ricerca [0]
-
- Specializzandi [0]
Professori Ordinari
Situazione al 31/12/2013 ricavata dagli archivi Miur-Cineca (docenti/loginmiur certificati dall'Ateneo) aggiornati al 16/03/2015 15:56.
N. | Cognome | Nome | Qualifica | Area Cun | Area Vqr | SSD |
---|---|---|---|---|---|---|
1. | BARBIERI | Marco | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/07 |
2. | BELFIORE | Elio Romano | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/17 |
3. | BERTANI | Michele Giuseppe | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/04 |
4. | BOZZI | Lucia | Professore Straordinario | 12 | 12 | IUS/01 |
5. | CAMPANALE | Anna Maria | Professore Straordinario | 12 | 12 | IUS/20 |
6. | DI GIOVINE | Ombretta | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/17 |
7. | FOLLIERI | Enrico | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/10 |
8. | FRANSONI | Guglielmo | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/12 |
9. | IMPAGNATIELLO | Gianpaolo | Professore Straordinario | 12 | 12 | IUS/15 |
10. | LIGUSTRO | Aldo | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/13 |
11. | LORUSSO | Sergio | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/16 |
12. | MANNA | Adelmo | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/17 |
13. | MARANO | Venerando | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/11 |
14. | MILETTI | Marco Nicola | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/19 |
15. | MOTTI | Cinzia | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/04 |
16. | OLIVETTI | Marco | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/08 |
17. | RICCI | Maurizio | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/07 |
18. | RIZZELLI | Giunio | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/18 |
19. | TROIANO | Onofrio | Professore Ordinario | 12 | 12 | IUS/01 |
20. | WILLIAMS | Christopher John | Professore Ordinario | 10 | 10 | L-LIN/12 |
Personale di ruolo
Area Amministrativa | 13 |
---|---|
Area Servizi Generali e Tecnici | 3 |
Area Socio - Sanitaria | 0 |
Area Tecnica, Tecnico - Scientifica ed Elaborazione dati | 1 |
Area Biblioteche | 0 |
Area Amministrativa - Gestionale | 3 |
Area Medico - Odontoiatrica e Socio - Sanitaria | 0 |
Area non definita | 1 |
Personale con contratto a tempo determinato
Area Amministrativa | 0 |
---|---|
Area Servizi Generali e Tecnici | 0 |
Area Socio - Sanitaria | 0 |
Area Tecnica, Tecnico - Scientifica ed Elaborazione dati | 0 |
Area Biblioteche | 0 |
Area Amministrativa - Gestionale | 0 |
Area Medico - Odontoiatrica e Socio - Sanitaria | 0 |
Area non definita | 0 |