Sezione A - Obiettivi di ricerca del Dipartimento
Gli obiettivi di ricerca del Dipartimento, in coerenza con il Piano strategico di Ateneo, sono votati a perseguire strategicamente percorsi di eccellenza dei risultati di ricerca così come valutati da ANVUR e così come considerati per la quota premiale dell'FFO. Si persegue quindi la massimizzazione degli indici IRAS1 e IRAS3 così come già definiti da ANVUR
Le principali attività di Ricerca del Dipartimento si possono differenziare in base alle tematiche affrontate dai diversi settori scientifico disciplinari. In particolare si fa riferimento nel paragrafo sottostante a due argomenti fondamentali riguardanti la ricerca oncologica molecolare e la medicina rigenerativa.
Recenti ricerche pubblicate sulle maggiori riviste scientifiche internazionali hanno dimostrato che i tumori si diffondono e diventano refrattari alle terapie a causa della presenza di una popolazione cellulare che mostra caratteristiche proprie delle cellule staminali come capacità di autorinnovamento, stato indifferenziato, multipotenzialità. Le cellule staminali identificate nei tumori sono state denominate “cellule staminali tumorali” o “cellule inizianti il tumore” e hanno dimostrato di avere un potenziale proliferativo illimitato e capacità di riprodurre il tumore di provenienza in animali da esperimento. Inoltre, studi iniziali hanno rilevato nelle cellule staminali tumorali alti livelli di proteine anti-apoptotiche che le rendono refrattarie alle terapie convenzionali, provocando resistenza del tumore alle terapie e tendenza a recidivare dopo i trattamenti.
Considerando ciò l'efficacia limitata di tale trattamento suggerisce il bisogno di nuove strategie terapeutiche, mirate selettivamente contro la popolazione cellulare coinvolta nel processo tumorigenico.
Recentemente è stato dimostrato che la crescita tumorale avviene in seguito alla proliferazione e alla divisione asimmetrica delle cellule staminali neoplastiche, cellule indifferenziate che costituiscono la sorgente cellulare di tutte le neoplasie primarie e metastatiche. Le cellule staminali tumorali danno origine ad un aberrante e poco regolato processo di organogenesi che differisce da quello tipico delle cellule staminali normali.
Un'altra proprietà biologica che caratterizza alcuni tipi di cellule staminali tumorali è la capacità di metastatizzare. Risultati recenti hanno però dimostrato che un piccolo numero di cellule tumorali disseminate può essere individuato in siti distanti rispetto al tumore primario in pazienti che non hanno mai manifestato metastasi. Una spiegazione possibile è che la sorveglianza immunologica è altamente efficiente ad uccidere le cellule tumorali disseminate prima che possano formare un nuovo tumore. Un'altra possibilità è che la maggior parte delle cellule tumorali perdono la capacità di formare nuovi tumori e soltanto la disseminazione di rare cellule staminali tumorali determinano la metastasi. Se la crescita tumorale e le metastasi fossero regolate da questa piccola popolazione di cellule staminali tumorali, si potrebbe spiegare il fallimento delle terapie attuali agendo soltanto sulle cellule tumorali differenziate e non tumorigeniche. Sfortunatamente, come già menzionato sopra le cellule staminali tumorali sembrano meno sensibili delle differenziate alla chemioradioterapia e possono rimanere vitali e riformare il tumore dopo il trattamento terapeutico. Se le terapie potessero essere indirizzate selettivamente contro le cellule staminali tumorali, i farmaci potrebbero uccidere più efficientemente questo tipo di cellule, impedendo al tumore di rigenerare. Le cellule staminali tumorali sono state in origine identificate nelle leucemie acute e nel tumore mammario ed in seguito isolate dai tumori cerebrali e risultano essere necessarie e sufficienti per il mantenimento del tumore.
Studiando quindi i meccanismi di chemiorestenza delle cellule staminali tumorali si potrebbero delineare nuove e alternative strategie terapeutiche per la cura del cancro.
L'enorme e rapida evoluzione delle tecnologie correlate alla diagnostica per immagini ha quasi del tutto esaurito le possibili applicazioni dell'ecografia, della tomografia computerizzata, della risonanza magnetica e della medicina nucleare. Negli ultimi dieci anni alcuni miglioramenti tecnologici significativi nella diagnostica per immagini hanno permesso avanzamenti enormi nell'identificazione delle lesioni in molti distretti corporei. La risoluzione spaziale e l'uso di mezzi di contrasto nelle principali modalità di diagnosi per immagini consente di visualizzare lesioni millimetriche; ciò permette l'identificazione precoce delle lesioni, anche in assenza di segni clinici, e conseguentemente il miglioramento della prognosi. Ciononostante in molti casi le lesioni anatomiche identificate non possono essere meglio caratterizzate a causa del sovraffollamento dei dettagli anatomici e tessutali e dell'assenza di caratteristiche riferibili alle alterazioni patologiche del tessuto.
In oncologia, un ulteriore problema della diagnostica per immagini convenzionale è lo scarso rapporto tumore/rumore di fondo. Di conseguenza, la caratterizzazione biologica delle lesioni è sempre più difficile quando non impossibile, sia con modalità diagnostiche invasive che non invasive. Infatti, le più recenti tecniche di diagnostica per immagini permettono l'identificazione di lesioni anche molto piccole, ma raramente forniscono informazioni sulla loro natura biologica (benignità/malignità delle lesioni e definizione dell'istotipo) soprattutto nelle lesioni al di sotto del centimetro. La certezza diagnostica richiede necessariamente l'esame istologico dei campioni bioptici; quando la biopsia non può essere effettuata per le piccole dimensioni o l'inaccessibilità della lesione, l'unica strada rimane il monitoraggio della crescita della lesione effettuato con la ripetizione in tempi stretti dei tests diagnostici. Ciò causa un grave rallentamento dell'iter diagnostico da cui deriva un peggioramento della prognosi. Per questo motivo, nel campo oncologico, l'intervento chirurgico è raccomandato anche quando non è nota l'istologia della lesione.
Oggi si tende a sviluppare nuove modalità per l'identificazione di tumori primitivi, e lo sviluppo di tecnologie che permettano di disegnare per ogni paziente a livello molecolare la terapia più efficace. Si propone lo sviluppo di tecnologie innovative per la diagnostica medica avanzata basate sull'uso di sistemi e processi tecnologici per imaging molecolare.
Inoltre, per ottimizzare l'efficacia di terapie orientate a bersagli molecolari sarà necessario disporre di strumenti di monitoraggio non invasivi –come la diagnostica per immagini- per valutare se il fenotipo tumorale e/o i corrispondenti marcatori molecolari in risposta alla terapia selezionata.
L'imaging molecolare, pertanto, è particolarmente indicato per questo gruppo di patologie perchè i meccanismi patogenetici e la grande eterogeneità di alterazioni molecolari derivanti da difetti genetici o epigenetici possono essere svelati costruendo opportune sonde.
Date tali premesse, è facile intuire l'importanza di individuare le cellule staminali tumorali per la diagnostica medica avanzata e per lo sviluppo di tecnologie innovative per: a) il monitoraggio basato sull'uso di sistemi e processi tecnologici per imaging molecolare; b) la cura dei tumori basata sull'utilizzo di molecole sintetiche potenziandone la loro attività anti-neoplastica o di molecole adiuvanti per la sensibilizzazione alla chemioterapia.
Questo determinerebbe:
- identificazione di nuovi bersagli molecolari e cellulari in campo oncologico utili per la definizione di modelli preclinici animali e per la messa a punto di prodotti diagnostici.
- produzione di vettori plasmidici e virali con promotori tessuto-specifici e/o sensibili a segnali cellulari codificanti per sonde e/o sistemi di rivelazione per imaging molecolare.
- sistemi di rivelazione di micrometastasi linfonodali mediante imaging molecolare basato sull'impiego di promotori specificamente attivati in cellule tumorali.
- generazione di mezzi di contrasto tessuto-specifici ottenuti mediante coniugazione di ligandi altamente specifici per le molecole bersaglio (frammenti anticorpali, peptidi) e agenti di contrasto per imaging ottico e per risonanza magnetica.
- produzione di sostanze adiuvanti per la sensibilizzazione delle cellule tumorigeniche alla chemioterapia convenzionale.
L'integrazione di competenze scientifico-tecnologiche e l'organica collaborazione del dipartimento permetterebbe di realizzare di brevetti e prototipi sperimentali nel medio e nel lungo termine.
A differenza dell'approccio della chemioterapia classica, che agisce su meccanismi aspecifici legati a caratteristiche proprie di tutte le cellule a rapida proliferazione, comprese quelle normali, la terapia mirata interviene sui meccanismi legati all'espressione di oncogeni e geni oncosoppressori, alla base della specifica azione di promozione tumorale, che ha come conseguenza la trasformazione della cellula da normale a patologica.
La specificità dei farmaci di tipo mirato li rende adatti alla cura di tipologie ben definite di tumori, e questo ne limita necessariamente il campo di applicazione, a volte in modo piuttosto restrittivo, legando l'efficacia non tanto (o non solo) alla localizzazione o al tipo istologico di tumore, quanto alla tipologia di mutazione espressa dalla cellula mutata, da cui deriva la necessità di una diagnosi preventiva che possa orientare l'uso del farmaco solo alla tipologia sensibile.
Anche se alcune importanti risposte terapeutiche risultano associate a specifici marcatori genomici, in molti casi il trattamento selettivo e mirato dei pazienti oncologici rimane in gran parte empirico. Inoltre, si è osservato che anche nei tumori sensibili (come c-Kit mutato GIST e EGFR-mutato NSCLC) l'insorgenza di una resistenza potrebbe essere determinata dall'attivazione da parte delle cellule tumorali di meccanismi di "via di fuga". Al momento, nessun paziente risulta essere "Guarito" della malattia con la terapia mirata, considerando anche il rischio di eventi avversi correlati al trattamento e l'aumento complessivo delle spese mediche.
Al fine di sfruttare la specificità di un trattamento mirato, è necessario adattare i trattamenti per ciascun paziente e disegnare specifici protocolli clinici basati sulla ‘'signature''molecolare specifico per ogni tumore.
Tra gli obiettivi da raggiungere si sottolinea la necessità di
• Sviluppare terapie per specifiche sottopopolazioni definite da determinati biomarcatori con l'obiettivo di offrire terapie mediche “su misura” per ogni singolo paziente. Con il programma di screening molecolare i pazienti identificati con presunte mutazioni “druggable” potranno accedere a una forma di trattamento mirata nell'ambito di uno studio clinico. Tale modello basato su profili molecolari offrirà una strategia terapeutica alternativa, per migliorare la sopravvivenza globale dei pazienti.
• Sostenere, coordinare e collaborare con le attività dei laboratori scientifici di base coinvolti nelle sperimentazioni precliniche e traslazionali per consentire la scoperta di nuovi farmaci, l'identificazione dei loro target, del meccanismo di azione e di resistenza e per promuovere la successiva sperimentazione sull'uomo.
La transizione verso l'era della medicina personalizzata (medicina di precisione) pone due sfide competitive:
• condurre studi clinici su nuovi e, potenzialmente, più efficaci interventi terapeutici, più velocemente rispetto al passato (snellimento delle procedure, migliore selezione dei pazienti, scelta più efficace degli obiettivi di uno studio)
• trasformare l'infrastruttura sperimentazione e progetti clinici da quella esistente e adeguata per un'oncologia per una popolazione generale a quella necessaria per l'era dell'oncologia personalizzata. La preoccupazione principale è allocare efficacemente le risorse per lo svolgimento di questa ricerca e fornire con maggiore efficienza e tempismo i benefici degli studi ai pazienti oncologici. Saremo veramente entrati nell'era dell'oncologia personalizzata quando gli studi clinici saranno costantemente caratterizzati da miglioramenti in termini di partecipazione e capacità informativa .
Nel campo della medicina rigenerativa i cui argomenti tecnico-scientifici avvalorano il secondo obiettivo proposto dal nostro dipartimento negli ultimi anni si è posto particolare interesse allo studio delle cellule staminali adipose, presenti in notevoli quantità nel tessuto adiposo sottocutaneo, rappresentando oggi una fonte di cellule mesenchimali facilmente reperibile e ideale per il loro impiego in medicina rigenerativa.
Come è noto in letteratura, tali cellule rappresentano una popolazione eterogenea capace di crescere in adesione e di differenziare in differenti tipi cellulari caratteristici della linea mesenchimale.
Il Lipofilling è stato indicato come trattamento specializzato per la ricostruzione del seno post-mastectomia. Dati clinici di letteratura sottolineano l'efficacia della tecnica, ma studi sperimentali a riguardo sollevano importanti questioni circa il potenziale effetto negativo degli adipociti sulla stimolazione della crescita e la ricomparsa del cancro.
In questo contesto lo studio del potenziale rischio delle cellule tumorali locali "dormienti" di essere stimolate a indurre una recidiva dopo lipofilling, sosterrebbe l'ipotesi degli effetti indotti dal microambiente sulle cellule staminali adipocitiche nella ricomparsa del tumore mammario.
Pertanto, l'identificazione, l'isolamento e la caratterizzazione di cellule staminali provenienti da lipoaspirati, ottenuti da pazienti sottoposti a liposuzione nel reparto di Chirurgia Plastica del Policlinico di Palermo ha permesso di selezionare una popolazione cellulare esprimente i tipici markers di staminalità della linea mesenchimale, come CD90, CD271, CD44, dimostrando di possedere caratteristiche mesenchimali e di staminalità. Tali cellule esprimono alti livelli di mRNA della linea mesenchimale staminale, mostrano una scarsa attività clonogenica, caratteristica delle cellule staminali normali, ed inoltre, sono capaci di differenziare nei tipici lineage mesenchimali dando origine a osteociti, condrociti e adipociti.
In linea con queste preliminari evidenze sperimentali, lo studio degli eventi molecolari alla base della formazione tumorale strettamente correlata con le proprietà peculiari delle cellule staminali tumorali, dettate dal microambiente circostante, potrebbe suggerire un nuovo approccio terapeutico minimizzando la capacità delle cellule staminali tumorali nell'induzione della recidiva tumorale.
Ci si propone pertanto di :
• identificare le componenti molecolari secrete nel microambiente dalle cellule staminali adipocitarie .
• Studiare il potenziale effetto di queste sulle cellule staminali mammarie tumorali nella crescita e nella formazione della recidiva dopo l'intervento chirurgico in modelli preclinici.
Il raggiungimento di tali obiettivi verrebbe avvalorato dalla produzione, da parte dei nostri laboratori, di vari lavori di alto impatto scientifico e clinico.
Le principali attività di Ricerca del Dipartimento si possono differenziare in base alle tematiche affrontate dai diversi settori scientifico disciplinari. In particolare si fa riferimento nel paragrafo sottostante a due argomenti fondamentali riguardanti la ricerca oncologica molecolare e la medicina rigenerativa.
Recenti ricerche pubblicate sulle maggiori riviste scientifiche internazionali hanno dimostrato che i tumori si diffondono e diventano refrattari alle terapie a causa della presenza di una popolazione cellulare che mostra caratteristiche proprie delle cellule staminali come capacità di autorinnovamento, stato indifferenziato, multipotenzialità. Le cellule staminali identificate nei tumori sono state denominate “cellule staminali tumorali” o “cellule inizianti il tumore” e hanno dimostrato di avere un potenziale proliferativo illimitato e capacità di riprodurre il tumore di provenienza in animali da esperimento. Inoltre, studi iniziali hanno rilevato nelle cellule staminali tumorali alti livelli di proteine anti-apoptotiche che le rendono refrattarie alle terapie convenzionali, provocando resistenza del tumore alle terapie e tendenza a recidivare dopo i trattamenti.
Considerando ciò l'efficacia limitata di tale trattamento suggerisce il bisogno di nuove strategie terapeutiche, mirate selettivamente contro la popolazione cellulare coinvolta nel processo tumorigenico.
Recentemente è stato dimostrato che la crescita tumorale avviene in seguito alla proliferazione e alla divisione asimmetrica delle cellule staminali neoplastiche, cellule indifferenziate che costituiscono la sorgente cellulare di tutte le neoplasie primarie e metastatiche. Le cellule staminali tumorali danno origine ad un aberrante e poco regolato processo di organogenesi che differisce da quello tipico delle cellule staminali normali.
Un'altra proprietà biologica che caratterizza alcuni tipi di cellule staminali tumorali è la capacità di metastatizzare. Risultati recenti hanno però dimostrato che un piccolo numero di cellule tumorali disseminate può essere individuato in siti distanti rispetto al tumore primario in pazienti che non hanno mai manifestato metastasi. Una spiegazione possibile è che la sorveglianza immunologica è altamente efficiente ad uccidere le cellule tumorali disseminate prima che possano formare un nuovo tumore. Un'altra possibilità è che la maggior parte delle cellule tumorali perdono la capacità di formare nuovi tumori e soltanto la disseminazione di rare cellule staminali tumorali determinano la metastasi. Se la crescita tumorale e le metastasi fossero regolate da questa piccola popolazione di cellule staminali tumorali, si potrebbe spiegare il fallimento delle terapie attuali agendo soltanto sulle cellule tumorali differenziate e non tumorigeniche. Sfortunatamente, come già menzionato sopra le cellule staminali tumorali sembrano meno sensibili delle differenziate alla chemioradioterapia e possono rimanere vitali e riformare il tumore dopo il trattamento terapeutico. Se le terapie potessero essere indirizzate selettivamente contro le cellule staminali tumorali, i farmaci potrebbero uccidere più efficientemente questo tipo di cellule, impedendo al tumore di rigenerare. Le cellule staminali tumorali sono state in origine identificate nelle leucemie acute e nel tumore mammario ed in seguito isolate dai tumori cerebrali e risultano essere necessarie e sufficienti per il mantenimento del tumore.
Studiando quindi i meccanismi di chemiorestenza delle cellule staminali tumorali si potrebbero delineare nuove e alternative strategie terapeutiche per la cura del cancro.
L'enorme e rapida evoluzione delle tecnologie correlate alla diagnostica per immagini ha quasi del tutto esaurito le possibili applicazioni dell'ecografia, della tomografia computerizzata, della risonanza magnetica e della medicina nucleare. Negli ultimi dieci anni alcuni miglioramenti tecnologici significativi nella diagnostica per immagini hanno permesso avanzamenti enormi nell'identificazione delle lesioni in molti distretti corporei. La risoluzione spaziale e l'uso di mezzi di contrasto nelle principali modalità di diagnosi per immagini consente di visualizzare lesioni millimetriche; ciò permette l'identificazione precoce delle lesioni, anche in assenza di segni clinici, e conseguentemente il miglioramento della prognosi. Ciononostante in molti casi le lesioni anatomiche identificate non possono essere meglio caratterizzate a causa del sovraffollamento dei dettagli anatomici e tessutali e dell'assenza di caratteristiche riferibili alle alterazioni patologiche del tessuto.
In oncologia, un ulteriore problema della diagnostica per immagini convenzionale è lo scarso rapporto tumore/rumore di fondo. Di conseguenza, la caratterizzazione biologica delle lesioni è sempre più difficile quando non impossibile, sia con modalità diagnostiche invasive che non invasive. Infatti, le più recenti tecniche di diagnostica per immagini permettono l'identificazione di lesioni anche molto piccole, ma raramente forniscono informazioni sulla loro natura biologica (benignità/malignità delle lesioni e definizione dell'istotipo) soprattutto nelle lesioni al di sotto del centimetro. La certezza diagnostica richiede necessariamente l'esame istologico dei campioni bioptici; quando la biopsia non può essere effettuata per le piccole dimensioni o l'inaccessibilità della lesione, l'unica strada rimane il monitoraggio della crescita della lesione effettuato con la ripetizione in tempi stretti dei tests diagnostici. Ciò causa un grave rallentamento dell'iter diagnostico da cui deriva un peggioramento della prognosi. Per questo motivo, nel campo oncologico, l'intervento chirurgico è raccomandato anche quando non è nota l'istologia della lesione.
Oggi si tende a sviluppare nuove modalità per l'identificazione di tumori primitivi, e lo sviluppo di tecnologie che permettano di disegnare per ogni paziente a livello molecolare la terapia più efficace. Si propone lo sviluppo di tecnologie innovative per la diagnostica medica avanzata basate sull'uso di sistemi e processi tecnologici per imaging molecolare.
Inoltre, per ottimizzare l'efficacia di terapie orientate a bersagli molecolari sarà necessario disporre di strumenti di monitoraggio non invasivi –come la diagnostica per immagini- per valutare se il fenotipo tumorale e/o i corrispondenti marcatori molecolari in risposta alla terapia selezionata.
L'imaging molecolare, pertanto, è particolarmente indicato per questo gruppo di patologie perchè i meccanismi patogenetici e la grande eterogeneità di alterazioni molecolari derivanti da difetti genetici o epigenetici possono essere svelati costruendo opportune sonde.
Date tali premesse, è facile intuire l'importanza di individuare le cellule staminali tumorali per la diagnostica medica avanzata e per lo sviluppo di tecnologie innovative per: a) il monitoraggio basato sull'uso di sistemi e processi tecnologici per imaging molecolare; b) la cura dei tumori basata sull'utilizzo di molecole sintetiche potenziandone la loro attività anti-neoplastica o di molecole adiuvanti per la sensibilizzazione alla chemioterapia.
Questo determinerebbe:
- identificazione di nuovi bersagli molecolari e cellulari in campo oncologico utili per la definizione di modelli preclinici animali e per la messa a punto di prodotti diagnostici.
- produzione di vettori plasmidici e virali con promotori tessuto-specifici e/o sensibili a segnali cellulari codificanti per sonde e/o sistemi di rivelazione per imaging molecolare.
- sistemi di rivelazione di micrometastasi linfonodali mediante imaging molecolare basato sull'impiego di promotori specificamente attivati in cellule tumorali.
- generazione di mezzi di contrasto tessuto-specifici ottenuti mediante coniugazione di ligandi altamente specifici per le molecole bersaglio (frammenti anticorpali, peptidi) e agenti di contrasto per imaging ottico e per risonanza magnetica.
- produzione di sostanze adiuvanti per la sensibilizzazione delle cellule tumorigeniche alla chemioterapia convenzionale.
L'integrazione di competenze scientifico-tecnologiche e l'organica collaborazione del dipartimento permetterebbe di realizzare di brevetti e prototipi sperimentali nel medio e nel lungo termine.
A differenza dell'approccio della chemioterapia classica, che agisce su meccanismi aspecifici legati a caratteristiche proprie di tutte le cellule a rapida proliferazione, comprese quelle normali, la terapia mirata interviene sui meccanismi legati all'espressione di oncogeni e geni oncosoppressori, alla base della specifica azione di promozione tumorale, che ha come conseguenza la trasformazione della cellula da normale a patologica.
La specificità dei farmaci di tipo mirato li rende adatti alla cura di tipologie ben definite di tumori, e questo ne limita necessariamente il campo di applicazione, a volte in modo piuttosto restrittivo, legando l'efficacia non tanto (o non solo) alla localizzazione o al tipo istologico di tumore, quanto alla tipologia di mutazione espressa dalla cellula mutata, da cui deriva la necessità di una diagnosi preventiva che possa orientare l'uso del farmaco solo alla tipologia sensibile.
Anche se alcune importanti risposte terapeutiche risultano associate a specifici marcatori genomici, in molti casi il trattamento selettivo e mirato dei pazienti oncologici rimane in gran parte empirico. Inoltre, si è osservato che anche nei tumori sensibili (come c-Kit mutato GIST e EGFR-mutato NSCLC) l'insorgenza di una resistenza potrebbe essere determinata dall'attivazione da parte delle cellule tumorali di meccanismi di "via di fuga". Al momento, nessun paziente risulta essere "Guarito" della malattia con la terapia mirata, considerando anche il rischio di eventi avversi correlati al trattamento e l'aumento complessivo delle spese mediche.
Al fine di sfruttare la specificità di un trattamento mirato, è necessario adattare i trattamenti per ciascun paziente e disegnare specifici protocolli clinici basati sulla ‘'signature''molecolare specifico per ogni tumore.
Tra gli obiettivi da raggiungere si sottolinea la necessità di
• Sviluppare terapie per specifiche sottopopolazioni definite da determinati biomarcatori con l'obiettivo di offrire terapie mediche “su misura” per ogni singolo paziente. Con il programma di screening molecolare i pazienti identificati con presunte mutazioni “druggable” potranno accedere a una forma di trattamento mirata nell'ambito di uno studio clinico. Tale modello basato su profili molecolari offrirà una strategia terapeutica alternativa, per migliorare la sopravvivenza globale dei pazienti.
• Sostenere, coordinare e collaborare con le attività dei laboratori scientifici di base coinvolti nelle sperimentazioni precliniche e traslazionali per consentire la scoperta di nuovi farmaci, l'identificazione dei loro target, del meccanismo di azione e di resistenza e per promuovere la successiva sperimentazione sull'uomo.
La transizione verso l'era della medicina personalizzata (medicina di precisione) pone due sfide competitive:
• condurre studi clinici su nuovi e, potenzialmente, più efficaci interventi terapeutici, più velocemente rispetto al passato (snellimento delle procedure, migliore selezione dei pazienti, scelta più efficace degli obiettivi di uno studio)
• trasformare l'infrastruttura sperimentazione e progetti clinici da quella esistente e adeguata per un'oncologia per una popolazione generale a quella necessaria per l'era dell'oncologia personalizzata. La preoccupazione principale è allocare efficacemente le risorse per lo svolgimento di questa ricerca e fornire con maggiore efficienza e tempismo i benefici degli studi ai pazienti oncologici. Saremo veramente entrati nell'era dell'oncologia personalizzata quando gli studi clinici saranno costantemente caratterizzati da miglioramenti in termini di partecipazione e capacità informativa .
Nel campo della medicina rigenerativa i cui argomenti tecnico-scientifici avvalorano il secondo obiettivo proposto dal nostro dipartimento negli ultimi anni si è posto particolare interesse allo studio delle cellule staminali adipose, presenti in notevoli quantità nel tessuto adiposo sottocutaneo, rappresentando oggi una fonte di cellule mesenchimali facilmente reperibile e ideale per il loro impiego in medicina rigenerativa.
Come è noto in letteratura, tali cellule rappresentano una popolazione eterogenea capace di crescere in adesione e di differenziare in differenti tipi cellulari caratteristici della linea mesenchimale.
Il Lipofilling è stato indicato come trattamento specializzato per la ricostruzione del seno post-mastectomia. Dati clinici di letteratura sottolineano l'efficacia della tecnica, ma studi sperimentali a riguardo sollevano importanti questioni circa il potenziale effetto negativo degli adipociti sulla stimolazione della crescita e la ricomparsa del cancro.
In questo contesto lo studio del potenziale rischio delle cellule tumorali locali "dormienti" di essere stimolate a indurre una recidiva dopo lipofilling, sosterrebbe l'ipotesi degli effetti indotti dal microambiente sulle cellule staminali adipocitiche nella ricomparsa del tumore mammario.
Pertanto, l'identificazione, l'isolamento e la caratterizzazione di cellule staminali provenienti da lipoaspirati, ottenuti da pazienti sottoposti a liposuzione nel reparto di Chirurgia Plastica del Policlinico di Palermo ha permesso di selezionare una popolazione cellulare esprimente i tipici markers di staminalità della linea mesenchimale, come CD90, CD271, CD44, dimostrando di possedere caratteristiche mesenchimali e di staminalità. Tali cellule esprimono alti livelli di mRNA della linea mesenchimale staminale, mostrano una scarsa attività clonogenica, caratteristica delle cellule staminali normali, ed inoltre, sono capaci di differenziare nei tipici lineage mesenchimali dando origine a osteociti, condrociti e adipociti.
In linea con queste preliminari evidenze sperimentali, lo studio degli eventi molecolari alla base della formazione tumorale strettamente correlata con le proprietà peculiari delle cellule staminali tumorali, dettate dal microambiente circostante, potrebbe suggerire un nuovo approccio terapeutico minimizzando la capacità delle cellule staminali tumorali nell'induzione della recidiva tumorale.
Ci si propone pertanto di :
• identificare le componenti molecolari secrete nel microambiente dalle cellule staminali adipocitarie .
• Studiare il potenziale effetto di queste sulle cellule staminali mammarie tumorali nella crescita e nella formazione della recidiva dopo l'intervento chirurgico in modelli preclinici.
Il raggiungimento di tali obiettivi verrebbe avvalorato dalla produzione, da parte dei nostri laboratori, di vari lavori di alto impatto scientifico e clinico.
Sezione B - Sistema di gestione
Il Dipartimento di Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche (acronimo Di. Chir.On.S), attivato con D R. n° 4823 del 12.12.2012 promuove, coordina, verifica e diffonde le attività di ricerca nel rispetto dell'autonomia scientifica di ogni singolo Docente e concorre alle attività didattiche secondo quanto stabilito e in conformità con lo Statuto dell'Università di Palermo e delle leggi vigenti.
Sono organi del Dipartimento:Il Consiglio; La Giunta; Il Direttore.
Il Consiglio di Dipartimento:
a)approva il presente regolamento interno del Dipartimento e l'organizzazione interna del medesimo, le norme di funzionamento degli organi;
b)stabilisce i criteri generali per l'uso coordinato dei fondi e degli spazi assegnati;
c)assicura l'osservanza delle direttive stabilite dal Direttore Generale di Ateneo, per l'impiego del personale tecnico, amministrativo e di biblioteca assegnato al Dipartimento;
d)approva il piano triennale di ricerca e definisce gli obiettivi e le aree di attività indicando le disponibilità di strutture, servizi, strumentazione e assicurando la libertà di ricerca dei singoli docenti;
e)approva le convenzioni di ricerca e di consulenza e promuove accordi per il reperimento di fondi utili a svolgere attività inerenti alla ricerca e alla didattica;
f) propone al Consiglio di Amministrazione le richieste di reclutamento o di trasferimento dei professori e dei ricercatori a tempo determinato ed indeterminato
g) approva le richieste di finanziamento;
h) approva la proposta di budget di previsione da sottoporre all'amministrazione centrale;
i) approva le proposte da presentare al Consiglio di Amministrazione di acquisto di materiale bibliografico, strumenti, attrezzature e arredi, nonché l'esecuzione di lavori e la fornitura di servizi che non siano, per importo, di competenza del Direttore;
l) approva l'eventuale articolazione del Dipartimento in Sezioni o la loro disattivazione;
m) approva, a maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, i regolamenti interni relativi a specifici aspetti organizzativi compreso il regolamento che disciplina la modalità di funzionamento delle Sezioni (se attivate);
n) approva, per quanto di sua competenza, le proposte di istituzione e/o di rinnovo dei Dottorati di Ricerca;
o) esprime parere per richieste di congedo per motivi di studio e ricerca di Docenti e Ricercatori che afferiscono al Dipartimento;
p) approva, in base a specifiche richieste di singoli o di gruppi di Professori o Ricercatori afferenti al Dipartimento, le richieste per l'attivazione di assegni di ricerca, indicandone, ove richiesto, l'ordine di priorità, e designa, per ogni assegno di ricerca attribuito, una commissione giudicatrice;
q) designa la commissione giudicatrice per l'espletamento della valutazione comparativa per l'attribuzione di contratti co. co. co., occasionali, professionali, borse di studio;
r) determina annualmente la quota dei finanziamenti per la ricerca scientifica da destinare alle
spese generali di funzionamento del Dipartimento fino ad un massimo del 6%;
Il Consiglio, si riunisce, ordinariamente, almeno tre volte l'anno; è composto da:il Direttore, che lo convoca e lo presiede; i Professori, i Ricercatori di ruolo e i Ricercatori a tempo determinato.
Il C.d.D. è convocato dal Direttore, in via ordinaria, mediante avviso contenente l'ordine del giorno, luogo e ora della seduta.
La Giunta è l'organo al quale è affidata l'elaborazione delle proposte e delle attività da sottoporre al C.d.D. e ogni altra attività istruttoria ad esso espressamente richiesta dal Direttore o dal Consiglio. Pertanto la Giunta:
a)propone, nei limiti stabiliti dal Regolamento per l'amministrazione, la finanza e la contabilità dell'Università, l'acquisto di materiale bibliografico, di strumenti, attrezzature e arredi, nonché l'esecuzione di lavori o la fornitura di servizi;
b)predispone annualmente le richieste di finanziamento e di assegnazione del personale tecnico- amministrativo necessarie per il funzionamento del Dipartimento;
c)predispone il piano annuale delle ricerche del Dipartimento su indicazione dei docenti e delle sezioni (se attivate) in cui il Dipartimento può essere organizzato;
d)predispone annualmente una relazione sulle attività svolte dal Dipartimento da allegare al bilancio unico di Ateneo;
e)predispone annualmente la proposta di budget di previsione.
La Giunta è composta da:il Direttore, che la convoca e la presiede; il responsabile amministrativo con funzione di segretario verbalizzante e voto deliberativo; quattro professori ordinari; quattro professori associati; quattro ricercatori; due rappresentanti eletti del personale tecnico-amministrativo; uno rappresentante di assegnisti e dei ricercatori a tempo determinato o contrattisti; uno studente di dottorato o di scuola di specializzazione.
Il Direttore del Dipartimento è eletto dal Consiglio di Dipartimento tra i professori di prima fascia a tempo pieno, con voto favorevole della maggioranza degli aventi diritto al voto nella prima e nella seconda votazione e della maggioranza relativa nella successiva, ed è nominato con decreto del Rettore. Il Direttore resta in carica tre anni accademici e può essere rieletto consecutivamente per una sola volta.
Il Responsabile Amministrativo, nominato dal Direttore Generale, provvede coadiuvato da eventuali collaboratori, alla gestione amministrativa, assumendone la relativa responsabilità.
Sono organi del Dipartimento:Il Consiglio; La Giunta; Il Direttore.
Il Consiglio di Dipartimento:
a)approva il presente regolamento interno del Dipartimento e l'organizzazione interna del medesimo, le norme di funzionamento degli organi;
b)stabilisce i criteri generali per l'uso coordinato dei fondi e degli spazi assegnati;
c)assicura l'osservanza delle direttive stabilite dal Direttore Generale di Ateneo, per l'impiego del personale tecnico, amministrativo e di biblioteca assegnato al Dipartimento;
d)approva il piano triennale di ricerca e definisce gli obiettivi e le aree di attività indicando le disponibilità di strutture, servizi, strumentazione e assicurando la libertà di ricerca dei singoli docenti;
e)approva le convenzioni di ricerca e di consulenza e promuove accordi per il reperimento di fondi utili a svolgere attività inerenti alla ricerca e alla didattica;
f) propone al Consiglio di Amministrazione le richieste di reclutamento o di trasferimento dei professori e dei ricercatori a tempo determinato ed indeterminato
g) approva le richieste di finanziamento;
h) approva la proposta di budget di previsione da sottoporre all'amministrazione centrale;
i) approva le proposte da presentare al Consiglio di Amministrazione di acquisto di materiale bibliografico, strumenti, attrezzature e arredi, nonché l'esecuzione di lavori e la fornitura di servizi che non siano, per importo, di competenza del Direttore;
l) approva l'eventuale articolazione del Dipartimento in Sezioni o la loro disattivazione;
m) approva, a maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, i regolamenti interni relativi a specifici aspetti organizzativi compreso il regolamento che disciplina la modalità di funzionamento delle Sezioni (se attivate);
n) approva, per quanto di sua competenza, le proposte di istituzione e/o di rinnovo dei Dottorati di Ricerca;
o) esprime parere per richieste di congedo per motivi di studio e ricerca di Docenti e Ricercatori che afferiscono al Dipartimento;
p) approva, in base a specifiche richieste di singoli o di gruppi di Professori o Ricercatori afferenti al Dipartimento, le richieste per l'attivazione di assegni di ricerca, indicandone, ove richiesto, l'ordine di priorità, e designa, per ogni assegno di ricerca attribuito, una commissione giudicatrice;
q) designa la commissione giudicatrice per l'espletamento della valutazione comparativa per l'attribuzione di contratti co. co. co., occasionali, professionali, borse di studio;
r) determina annualmente la quota dei finanziamenti per la ricerca scientifica da destinare alle
spese generali di funzionamento del Dipartimento fino ad un massimo del 6%;
Il Consiglio, si riunisce, ordinariamente, almeno tre volte l'anno; è composto da:il Direttore, che lo convoca e lo presiede; i Professori, i Ricercatori di ruolo e i Ricercatori a tempo determinato.
Il C.d.D. è convocato dal Direttore, in via ordinaria, mediante avviso contenente l'ordine del giorno, luogo e ora della seduta.
La Giunta è l'organo al quale è affidata l'elaborazione delle proposte e delle attività da sottoporre al C.d.D. e ogni altra attività istruttoria ad esso espressamente richiesta dal Direttore o dal Consiglio. Pertanto la Giunta:
a)propone, nei limiti stabiliti dal Regolamento per l'amministrazione, la finanza e la contabilità dell'Università, l'acquisto di materiale bibliografico, di strumenti, attrezzature e arredi, nonché l'esecuzione di lavori o la fornitura di servizi;
b)predispone annualmente le richieste di finanziamento e di assegnazione del personale tecnico- amministrativo necessarie per il funzionamento del Dipartimento;
c)predispone il piano annuale delle ricerche del Dipartimento su indicazione dei docenti e delle sezioni (se attivate) in cui il Dipartimento può essere organizzato;
d)predispone annualmente una relazione sulle attività svolte dal Dipartimento da allegare al bilancio unico di Ateneo;
e)predispone annualmente la proposta di budget di previsione.
La Giunta è composta da:il Direttore, che la convoca e la presiede; il responsabile amministrativo con funzione di segretario verbalizzante e voto deliberativo; quattro professori ordinari; quattro professori associati; quattro ricercatori; due rappresentanti eletti del personale tecnico-amministrativo; uno rappresentante di assegnisti e dei ricercatori a tempo determinato o contrattisti; uno studente di dottorato o di scuola di specializzazione.
Il Direttore del Dipartimento è eletto dal Consiglio di Dipartimento tra i professori di prima fascia a tempo pieno, con voto favorevole della maggioranza degli aventi diritto al voto nella prima e nella seconda votazione e della maggioranza relativa nella successiva, ed è nominato con decreto del Rettore. Il Direttore resta in carica tre anni accademici e può essere rieletto consecutivamente per una sola volta.
Il Responsabile Amministrativo, nominato dal Direttore Generale, provvede coadiuvato da eventuali collaboratori, alla gestione amministrativa, assumendone la relativa responsabilità.
Schede inserite da questa Struttura
N. | Nome gruppo | Responsabile scientifico/Coordinatore | Num.Componenti (compreso il Responsabile) | Altro Personale |
---|---|---|---|---|
1. | Identificazione di nuovi bersagli molecolari coinvolti nei processi di progressione tumorale, metastatizzazione e chemioresistenza | STASSI Giorgio | 12 | |
2. | Tecnologie innovative in medicina e chirurgia rigenerativa | MOSCHELLA Francesco | 17 | |
3. | Genetica e Oncologia Molecolare Clinica | RUSSO Antonio | 15 | |
4. | Sviluppo di nuove strategie terapeutiche antitumorali basate su indagini di proteomica delle vie di trasduzione del segnale rilevanti nelle cellule staminali tumorali | TODARO Matilde | 5 |
Schede inserite da altra Struttura (tra i componenti risultano persone afferenti a questa Struttura).
N. | Nome gruppo | Responsabile scientifico/Coordinatore | Num.Componenti (compreso il Responsabile) | Altro Personale |
---|---|---|---|---|
1. | Gruppo di Studio sull' Immunologia delle Malattie Infettive e dei Tumori | DIELI Francesco (Biopatologia e Biotecnologie Mediche e Forensi ( DIBIMEF)) | 16 | |
2. | Modellistica numerica per la simulazione bio-elettromagnetica orientata alla diagnostica in ambito medico | FRANCOMANO Elisa (Ingegneria Chimica, Gestionale, Informatica, Meccanica) | 5 | Fasshauer G. (Illinois Institute of Technology, Chicago, USA ), McCourt M. (University of Colorado Denver, Denver, USA) |
3. | Gruppo di studio sull’immunogenetica ed immunopatologia delle malattie associate all’invecchiamento | CARUSO Calogero (Biopatologia e Biotecnologie Mediche e Forensi ( DIBIMEF)) | 25 | BUFFA Silvio (Borsista MED/05); CRAPANZANO FLORIANA(SPECIALIZZANDO MED/05); GAMBINO CATERINA MARIA(SPECIALIZZANDO MED/05);ARGANO VINCENZO(MED/23; AOUP; Di.Chir.On.S.); PISANO CALOGERA (MED23/AOUP, Di.Chir.On.S.); DI BONA DANILO (AOUP); DURO GIOVANNI (CNR); FORTE GIUSI IRMA (CNR); PILATO GIOVANNI (CNR; AIELLO ANNA (DOTTORANDA MED/04) |
Informazioni non pubbliche
Informazioni non pubbliche
Sezione C - Risorse umane e infrastrutture
Quadro C.1 - Infrastrutture
LABORATORIO: Genetica e Oncologia Molecolare Clinica e di Target Therapy
Responsabile Prof. Antonio Russo
progetti di ricerca:
-Studio dei meccanismi di regolazione del ciclo cellulare da parte delle proteine Aurora Chinasi A e B in condizioni ipossiche nel carcinoma della mammella;
-Analisi dello stato mutazionale del gene BRAF (codone 600) in pazienti All-RAS wild-type e studio del livello di espressione di PTEN;
-Analisi dei geni BRCA1/2 in pazienti affette da carcinoma della mammella per l'identificazione dei meccanismi coinvolti nell'acquisizione di farmaco-resistenza
-Valutazione dei livelli di espressione dei miR-203, 205, 143, 145, 194, 215 in campioni di tessuto fresco squamoso e metaplastico (esofago di Barrett)
-Ruolo di mTOR nella determinazione dei fenotipo Triple Negative nel carcinoma della mammella
-Studio della possibile associazione tra i Long non-coding RNA e i tumori gastrointestinali stromali nella terapia a bersaglio molecolare;
-Effetto del digiuno cellulare a breve termine sulla risposta alla chemioterapia convenzionale nei tumori umani
-La biopsia liquida (cell-free DNA ed esosomi) come strumento dinamico nella gestione del tumore polmonare;
-Analisi mutazionale dell'esone 12 di JAK2 nei pazienti con disordini mieloproliferativi;
-Analisi mutazionale del dominio chinasico del gene di fusione BCR-ABL mediante sequenziamento automatico diretto nei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica.
Laboratorio di Fisiopatologia Cellulare e Molecolare resp. Prof. G. Stassi
Il Laboratorio è costituito da 1 Ricercatore, 10 Assegnisti di Ricerca e 4 Dottorandi.I finanziamenti ottenuti principalmente dai programmi di ricerca e dalle istituzioni private, hanno consentito di allestire un Laboratorio con apparecchiature all'avanguardia consentendo di mettere a punto un modello sperimentale di tumore del colon e della tiroide che riproduce le caratteristiche cliniche del tumore parentale. Questo sistema rappresenta un valido strumento per lo studio preclinico di nuove terapie contro le patologie neoplastiche.Recentemente ben 5 progetti PON hanno permesso di potenziare la piattaforma tecnologica per lo studio preclinico di farmaci innovativi attraverso l'acquisto di una risonanza magnetica per piccoli animali associata ad un sistema innovativo di Focal Ultrasound Surgery. Attraverso queste tecniche si riuscirà a somministrare farmaci rendendoli attivi solo nei tessuti tumorali.
L'attività scientifica può essere cosi schematizzata:
-Identificazione di nuovi marcatori molecolari delle cellule staminali tumorali
-Identificazione di cellule staminali tumorali con proprietà metastageniche
-Studio dei meccanismi di resistenza ai chemioterapici delle cellule staminali tumorali isolate da diversi tumori di origine epiteliale
-Studio dei meccanismi di differenziamento delle cellule staminali tumorali
-Caratterizzazione di nuovi target molecolari per la diagnosi precoce e la cura dei tumori di origine epiteliale
Responsabile Prof. Antonio Russo
progetti di ricerca:
-Studio dei meccanismi di regolazione del ciclo cellulare da parte delle proteine Aurora Chinasi A e B in condizioni ipossiche nel carcinoma della mammella;
-Analisi dello stato mutazionale del gene BRAF (codone 600) in pazienti All-RAS wild-type e studio del livello di espressione di PTEN;
-Analisi dei geni BRCA1/2 in pazienti affette da carcinoma della mammella per l'identificazione dei meccanismi coinvolti nell'acquisizione di farmaco-resistenza
-Valutazione dei livelli di espressione dei miR-203, 205, 143, 145, 194, 215 in campioni di tessuto fresco squamoso e metaplastico (esofago di Barrett)
-Ruolo di mTOR nella determinazione dei fenotipo Triple Negative nel carcinoma della mammella
-Studio della possibile associazione tra i Long non-coding RNA e i tumori gastrointestinali stromali nella terapia a bersaglio molecolare;
-Effetto del digiuno cellulare a breve termine sulla risposta alla chemioterapia convenzionale nei tumori umani
-La biopsia liquida (cell-free DNA ed esosomi) come strumento dinamico nella gestione del tumore polmonare;
-Analisi mutazionale dell'esone 12 di JAK2 nei pazienti con disordini mieloproliferativi;
-Analisi mutazionale del dominio chinasico del gene di fusione BCR-ABL mediante sequenziamento automatico diretto nei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica.
Laboratorio di Fisiopatologia Cellulare e Molecolare resp. Prof. G. Stassi
Il Laboratorio è costituito da 1 Ricercatore, 10 Assegnisti di Ricerca e 4 Dottorandi.I finanziamenti ottenuti principalmente dai programmi di ricerca e dalle istituzioni private, hanno consentito di allestire un Laboratorio con apparecchiature all'avanguardia consentendo di mettere a punto un modello sperimentale di tumore del colon e della tiroide che riproduce le caratteristiche cliniche del tumore parentale. Questo sistema rappresenta un valido strumento per lo studio preclinico di nuove terapie contro le patologie neoplastiche.Recentemente ben 5 progetti PON hanno permesso di potenziare la piattaforma tecnologica per lo studio preclinico di farmaci innovativi attraverso l'acquisto di una risonanza magnetica per piccoli animali associata ad un sistema innovativo di Focal Ultrasound Surgery. Attraverso queste tecniche si riuscirà a somministrare farmaci rendendoli attivi solo nei tessuti tumorali.
L'attività scientifica può essere cosi schematizzata:
-Identificazione di nuovi marcatori molecolari delle cellule staminali tumorali
-Identificazione di cellule staminali tumorali con proprietà metastageniche
-Studio dei meccanismi di resistenza ai chemioterapici delle cellule staminali tumorali isolate da diversi tumori di origine epiteliale
-Studio dei meccanismi di differenziamento delle cellule staminali tumorali
-Caratterizzazione di nuovi target molecolari per la diagnosi precoce e la cura dei tumori di origine epiteliale
Ad uso esclusivo della struttura (inserite dalla Struttura)
N. | Nome o Tipologia | Responsabile scientifico | Classificazione | Fondi su cui è stato effettuato l'acquisto | Anno di attivazione della grande attrezzatura | Utenza | Applicazioni derivanti dall’utilizzo dell’attrezzatura | Area |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Sequenziatore | STASSI Giorgio | Material and Analytical Facilities | Regionali/Nazionali | 2013 | Interna all’ateneo | Progetti di ricerca, Collaborazioni scientifiche | 06 |
2. | Sequenziatore di ultima generazione | STASSI Giorgio | Material and Analytical Facilities | Altri Fondi | 2013 | Interna all’ateneo | Progetti di ricerca, Collaborazioni scientifiche | 06 |
3. | Microscopio | STASSI Giorgio | Material and Analytical Facilities | Regionali/Nazionali | 2013 | Interna all’ateneo | Progetti di ricerca, Collaborazioni scientifiche | 06 |
4. | Spettofotometro | STASSI Giorgio | Material and Analytical Facilities | Altri Fondi | 2013 | Interna all’ateneo | Progetti di ricerca, Collaborazioni scientifiche | 06 |
5. | Estrattore | STASSI Giorgio | Material and Analytical Facilities | Altri Fondi | 2013 | Interna all’ateneo | Progetti di ricerca, Collaborazioni scientifiche | 06 |
6. | Analizzatore per immagini in vivo | STASSI Giorgio | Material and Analytical Facilities | Regionali/Nazionali | 2009 | Interna all’ateneo | Progetti di ricerca, Collaborazioni scientifiche | 06 |
In condivisione con altre strutture (inserite dall'Ateneo)
N. | Nome o Tipologia | Responsabile scientifico | Classificazione | Fondi su cui è stato effettuato l'acquisto | Anno di attivazione della grande attrezzatura | Utenza | Applicazioni derivanti dall’utilizzo dell’attrezzatura | Area |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
7. | Macchina prova materiali MTS 810 servo-idraulica 100 kN. | PASTA Antonino, PITARRESI Giuseppe | Material and Analytical Facilities, Physical Sciences and Engineering | Regionali/Nazionali | 2006 | Interna all’ateneo, Esterna all’ateneo | Progetti di ricerca, Collaborazioni scientifiche, Prestazioni a tariffario | 09 |
Ad uso esclusivo della struttura (inserite dalla Struttura)
N. | Nome | Sito web | Numero di monografie cartacee | Numero di annate di riviste cartacee | Numero di testate di riviste cartacee |
---|---|---|---|---|---|
1. | Biblioteca del Dipartimento di Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche | Disattivato nel 2014; i contenuti sono migrati all'indirizzo: http://portale.unipa.it/amministrazione/area1/ssp04/ | 784 | 1.959 | 142 |
In condivisione con altre strutture (inserite dall'Ateneo)
N. | Nome | Sito web | Numero di monografie cartacee | Numero di annate di riviste cartacee | Numero di testate di riviste cartacee |
---|---|---|---|---|---|
2. | Biblioteca Digitale | http://portale.unipa.it/amministrazione/area1/ssp04/set11/ | 0 | 0 | 0 |
3. | Biblioteca centrale Facoltà di Medicina e Chirurgia | 6.603 | 5.946 | 636 | |
4. | Biblioteca Centro Abilità Diverse | 111 | 32 | 0 |
Quadro C.2 - Risorse umane
-
- Prof. Ordinari [18]
-
- Prof. Associati [16]
-
- Ricercatori [38]
-
- Assistenti [0]
-
- Prof. Ordinario r.e. [0]
-
- Straordinari a t.d. [0]
-
- Ricercatori a t.d. [1]
-
- Assegnisti [1]
-
- Dottorandi [38]
-
- Attiv. didattica e di ricerca [0]
-
- Specializzandi [198]
Professori Ordinari
Situazione al 31/12/2013 ricavata dagli archivi Miur-Cineca (docenti/loginmiur certificati dall'Ateneo) aggiornati al 16/03/2015 15:56.
N. | Cognome | Nome | Qualifica | Area Cun | Area Vqr | SSD |
---|---|---|---|---|---|---|
1. | BAJARDI | Guido | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/22 |
2. | BUSCEMI | Giuseppe | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/18 |
3. | CAMPISI | Giuseppina | Professore Straordinario | 06 | 06 | MED/50 |
4. | CORDOVA | Adriana | Professore Straordinario | 06 | 06 | MED/19 |
5. | D'ARIENZO | Michele | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/33 |
6. | DI VITA | Gaetano Giuseppe | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/18 |
7. | FIORENTINO | Eugenio | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/18 |
8. | GALLINA | Giuseppe | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/28 |
9. | GIULIANA | Giovanna | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/28 |
10. | GULOTTA | Gaspare | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/18 |
11. | LATTERI | Mario | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/18 |
12. | LETIZIA MAURO | Giulia | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/34 |
13. | MESSINA | Pietro | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/28 |
14. | MODICA | Giuseppe | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/18 |
15. | MOSCHELLA | Francesco | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/19 |
16. | PANTUSO | Gianni | Professore Straordinario | 06 | 06 | MED/18 |
17. | RUVOLO | Giovanni | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/23 |
18. | SALZANO | Francesco Antonio | Professore Ordinario | 06 | 06 | MED/31 |
Personale di ruolo
Area Amministrativa | 4 |
---|---|
Area Servizi Generali e Tecnici | 1 |
Area Socio - Sanitaria | 69 |
Area Tecnica, Tecnico - Scientifica ed Elaborazione dati | 7 |
Area Biblioteche | 1 |
Area Amministrativa - Gestionale | 3 |
Area Medico - Odontoiatrica e Socio - Sanitaria | 0 |
Area non definita | 0 |
Personale con contratto a tempo determinato
Area Amministrativa | 0 |
---|---|
Area Servizi Generali e Tecnici | 0 |
Area Socio - Sanitaria | 0 |
Area Tecnica, Tecnico - Scientifica ed Elaborazione dati | 0 |
Area Biblioteche | 0 |
Area Amministrativa - Gestionale | 0 |
Area Medico - Odontoiatrica e Socio - Sanitaria | 0 |
Area non definita | 0 |