Oltre alle tradizionali attività di ‘terza missione' proprie di un Dipartimento di Biologia Ambientale, un aspetto particolarmente qualificante è l'afferenza al Dipartimento di tre musei di elevata valenza naturalistica e culturale, quali il Museo Erbario, il Museo di Antropologia e l'Orto Botanico.
Il Museo Erbario dell'Università Sapienza di Roma è considerato, per importanza, il secondo erbario d'Italia, essendovi conservati circa un milione di esemplari. L'origine delle collezioni risale al 1872 ad opera di Giuseppe De Notaris; attualmente ha sede al secondo piano dell'edificio di Botanica della Città Universitaria. Nel Museo Erbario sono ospitate sette importanti collezioni storico-contemporanee, nelle quali sono presenti campioni provenienti sia dall'Italia che dal resto del mondo; tali collezioni hanno una valenza multipla: scientifica, per ricerche di base di tipo tassonomico, biosistematico, floristico, fitogeografico e fitochimico; didattica, in quanto è possibile osservare in uno spazio limitato un numero cospicuo di campioni appartenenti a taxa diversi, provenienti da luoghi anche molto lontani; storica, negli studi sulla diversità vegetale per i campioni raccolti in epoche passate, in località che hanno subito profonde alterazioni.
In virtù di quanto detto, il Museo Erbario svolge un'intensa attività in linea con i molteplici ruoli che attualmente i Musei naturalistici svolgono; nello specifico, oltre ad attività di conservazione, incremento e catalogazione informatizzata delle collezioni, opera nei seguenti campi: mette a disposizione le collezioni per studi scientifici, per tesi di laurea e di Dottorato di ricerca, accogliendo ogni anno numerosi studenti e ricercatori italiani e stranieri; invia informazioni su richiesta a studiosi di tutto il mondo; ospita esercitazioni per diversi corsi universitari; ospita visite guidate per scuole di ogni ordine e grado previa prenotazione; partecipa a mostre e giornate di studio; partecipa a progetti finalizzati alla diffusione della cultura scientifica; promuove attività editoriale su temi botanici.
Al Dipartimento di Biologia Ambientale afferisce anche il Museo di Antropologia, intitolato all'antropologo positivista Giuseppe Sergi che lo aveva fondato nel 1884. Il museo conserva reperti e collezioni che sono di interesse per l'antropologia (fisica), per la paleoantropologia e per la primatologia. Il settore espositivo ospita percorsi didattici regolarmente aperti agli studenti e al pubblico esterno all'università.
Più in dettaglio, il museo conserva migliaia di reperti riguardanti la variabilità umana attuale e la storia naturale dell'uomo e degli altri primati. Di particolare interesse sono i due Neanderthal rinvenuti a Roma (Saccopastore), le serie scheletriche di varie epoche preistoriche e storiche provenienti da tutto il mondo, la collezione craniologica di primati non-umani, lo strumentario antropologico e psico-fisiologico di fine '800. Il settore espositivo si articola in una sala audio-visivi e due esposizioni, rispettivamente dedicate all'evoluzione umana e alla storia dell'antropologia alla Sapienza fra '800 e '900. La visita è aperta a tutti e viene assicurato un servizio di visite guidate su prenotazione con particolare riferimento a gruppi scolastici di ogni ordine e grado per un totale di circa duemila studenti l'anno.
Nel museo si svolgono ricerche di paleoantropologia e di biologia scheletrica e dentaria, che principalmente riguardano: l'evoluzione del genere Homo, con particolare riferimento ai Neanderthal; la biologia di popolazioni umane antiche in Italia e nel Nord Africa; l'anatomia comparata dei primati.
L'Orto Botanico di Roma si estende su una superficie di circa 12 ha nel cuore del tessuto urbano della città, fra Via della Lungara e il Colle del Gianicolo, occupando parte dell'area archeologica denominata Horti Getae costituita, in antico, dalle terme di Settimio Severo.
L'istituzione ‘Orto Botanico' a Roma ha origini molto lontane, nel tredicesimo secolo, anche se solo nel 1660 venne assegnato un terreno per creare un Orto Botanico Universitario. È durante la permanenza a Roma della Regina Cristina di Svezia, che risiedette nella proprietà Riario in Via della Lungara dal 1659 al 1689, che il palazzo e il giardino conobbero un momento particolarmente felice. Ulteriore periodo importante per l'area è senz'altro quello successivo alla vendita alla famiglia Corsini (1736) e alla profonda ristrutturazione affidata all'architetto Fuga, come documentò efficacemente il Vasi nelle Magnificenze di Roma (1761).
L'Orto Botanico di Roma è collocato nell'attuale sede, nei giardini del Palazzo Riario-Corsini di cui riflette l'assetto storico, dal 1883. Il suo primo Direttore, Pietro Romualdo Pirotta, curò il trasferimento delle collezioni già esistenti, da via Panisperna, l'adattamento del ‘Giardino d'inverno', costruito per quella sede (l'attuale Serra Monumentale), la costruzione di altre due serre e potenziò infine enormemente il patrimonio delle specie presenti.
Fra le presenze artistiche che arricchiscono l'architettura e la composizione dell'area verde del Museo Orto Botanico meritano di essere ricordati una scala monumentale, la Fontana degli 11 zampilli, e la Fontana dei Tritoni, costruite entrambe nella seconda metà del 1700. Un cenno a parte merita la serra Corsini, costruita agli inizi dell'800, che rappresenta la prima serra calda del giardino Corsini. È preceduta da un corpo in muratura e consta di una navata a doppio spiovente, percorsa da un bancone centrale e da due banconi laterali.
Di impianto più recente sono invece due serre, costruite dalla ditta Mathian di Lione: la serra denominata ‘Francese', a doppio spiovente e seminterrata; la seconda deriva con qualche variante determinata dalla necessità di adattamento alla sede attuale dal ‘Giardino d'inverno', fatto costruire dal Pedicino per la sede di via Panisperna nel 1877. Denominata oggi serra Monumentale, consta di una cupola centrale e di due corpi laterali ad unico spiovente.
A testimonianza di un antico fasto e di un uso diverso del giardino, restano ancora oggi busti e statue di epoca romana, quattro piccole fontane facenti parte della simmetria del disegno originario del Fuga e le gradevoli cancellate dell'emiciclo dei Lincei, ornate da vasi. La superficie occupata dall'Orto Botanico si presenta con caratteristiche e funzionalità diverse. La zona pianeggiante rispecchia l'antico assetto del giardino Riario-Corsini, con recenti restauri e recupero di prospettive, arricchito dall'impianto di Palme (Viale Centrale) e da moltissime specie arboree di notevole pregio. Nella parte alta oltre a numerose collezioni, è presente una zona particolarmente pregevole con vegetazione mediterranea a leccio.
La collezione è costituita da numerosissimi generi significativi dal punto di vista conservazionistico e vegetazionale, inoltre molti esemplari arborei (circa 400) sono stati collocati dal primo direttore Pietro Romualdo Pirotta in aiuole ordinate per famiglia, tra le zone pianeggianti e quella in pendio. Accanto a questi temi scientifico-didattici non mancano, a completare il significato di un'esperienza particolare derivante dalla visita del sito, splendide fioriture che incorniciano stupendi panorami della città. Piante sempreverdi e caducifoglie di grande interesse botanico si associano ai cespugli fioriti in ogni stagione. Alle collezioni di Juglandaceae, Rosaceae e Fagaceae si associano le foglie variegate di Ilex o di Cornus, alberi rarissimi come Agathis, Tetraclinis, Nannorrhops. Da non dimenticare gli esempi più suggestivi di vegetazione spontanea, sparsi ovunque nell'area con querce, pioppi, platani, olmi, aceri, cedri e lecci particolarmente presenti nel lembo di querceto mediterraneo sempreverde denominato dal Vasi (1761) il Boschetto e la gran macchia ai lati dello scalone monumentale, dove sono presenti alcuni ormai rari esemplari plurisecolari di Platanus orientalis.
L'Orto Botanico è aperto al pubblico dal lunedi al sabato dalle ore 9.00 alle 19.00; aperture straordinarie domenicali sono previste nell'ambito delle attività di carattere divulgativo, culturale e scientifico che il Museo Orto Botanico svolge istituzionalmente. Ogni anno l'Orto Botanico accoglie circa quarantamila visitatori ed offre laboratori didattici e visite guidate per gruppi scolastici per circa seimila studenti.
Il Museo Erbario dell'Università Sapienza di Roma è considerato, per importanza, il secondo erbario d'Italia, essendovi conservati circa un milione di esemplari. L'origine delle collezioni risale al 1872 ad opera di Giuseppe De Notaris; attualmente ha sede al secondo piano dell'edificio di Botanica della Città Universitaria. Nel Museo Erbario sono ospitate sette importanti collezioni storico-contemporanee, nelle quali sono presenti campioni provenienti sia dall'Italia che dal resto del mondo; tali collezioni hanno una valenza multipla: scientifica, per ricerche di base di tipo tassonomico, biosistematico, floristico, fitogeografico e fitochimico; didattica, in quanto è possibile osservare in uno spazio limitato un numero cospicuo di campioni appartenenti a taxa diversi, provenienti da luoghi anche molto lontani; storica, negli studi sulla diversità vegetale per i campioni raccolti in epoche passate, in località che hanno subito profonde alterazioni.
In virtù di quanto detto, il Museo Erbario svolge un'intensa attività in linea con i molteplici ruoli che attualmente i Musei naturalistici svolgono; nello specifico, oltre ad attività di conservazione, incremento e catalogazione informatizzata delle collezioni, opera nei seguenti campi: mette a disposizione le collezioni per studi scientifici, per tesi di laurea e di Dottorato di ricerca, accogliendo ogni anno numerosi studenti e ricercatori italiani e stranieri; invia informazioni su richiesta a studiosi di tutto il mondo; ospita esercitazioni per diversi corsi universitari; ospita visite guidate per scuole di ogni ordine e grado previa prenotazione; partecipa a mostre e giornate di studio; partecipa a progetti finalizzati alla diffusione della cultura scientifica; promuove attività editoriale su temi botanici.
Al Dipartimento di Biologia Ambientale afferisce anche il Museo di Antropologia, intitolato all'antropologo positivista Giuseppe Sergi che lo aveva fondato nel 1884. Il museo conserva reperti e collezioni che sono di interesse per l'antropologia (fisica), per la paleoantropologia e per la primatologia. Il settore espositivo ospita percorsi didattici regolarmente aperti agli studenti e al pubblico esterno all'università.
Più in dettaglio, il museo conserva migliaia di reperti riguardanti la variabilità umana attuale e la storia naturale dell'uomo e degli altri primati. Di particolare interesse sono i due Neanderthal rinvenuti a Roma (Saccopastore), le serie scheletriche di varie epoche preistoriche e storiche provenienti da tutto il mondo, la collezione craniologica di primati non-umani, lo strumentario antropologico e psico-fisiologico di fine '800. Il settore espositivo si articola in una sala audio-visivi e due esposizioni, rispettivamente dedicate all'evoluzione umana e alla storia dell'antropologia alla Sapienza fra '800 e '900. La visita è aperta a tutti e viene assicurato un servizio di visite guidate su prenotazione con particolare riferimento a gruppi scolastici di ogni ordine e grado per un totale di circa duemila studenti l'anno.
Nel museo si svolgono ricerche di paleoantropologia e di biologia scheletrica e dentaria, che principalmente riguardano: l'evoluzione del genere Homo, con particolare riferimento ai Neanderthal; la biologia di popolazioni umane antiche in Italia e nel Nord Africa; l'anatomia comparata dei primati.
L'Orto Botanico di Roma si estende su una superficie di circa 12 ha nel cuore del tessuto urbano della città, fra Via della Lungara e il Colle del Gianicolo, occupando parte dell'area archeologica denominata Horti Getae costituita, in antico, dalle terme di Settimio Severo.
L'istituzione ‘Orto Botanico' a Roma ha origini molto lontane, nel tredicesimo secolo, anche se solo nel 1660 venne assegnato un terreno per creare un Orto Botanico Universitario. È durante la permanenza a Roma della Regina Cristina di Svezia, che risiedette nella proprietà Riario in Via della Lungara dal 1659 al 1689, che il palazzo e il giardino conobbero un momento particolarmente felice. Ulteriore periodo importante per l'area è senz'altro quello successivo alla vendita alla famiglia Corsini (1736) e alla profonda ristrutturazione affidata all'architetto Fuga, come documentò efficacemente il Vasi nelle Magnificenze di Roma (1761).
L'Orto Botanico di Roma è collocato nell'attuale sede, nei giardini del Palazzo Riario-Corsini di cui riflette l'assetto storico, dal 1883. Il suo primo Direttore, Pietro Romualdo Pirotta, curò il trasferimento delle collezioni già esistenti, da via Panisperna, l'adattamento del ‘Giardino d'inverno', costruito per quella sede (l'attuale Serra Monumentale), la costruzione di altre due serre e potenziò infine enormemente il patrimonio delle specie presenti.
Fra le presenze artistiche che arricchiscono l'architettura e la composizione dell'area verde del Museo Orto Botanico meritano di essere ricordati una scala monumentale, la Fontana degli 11 zampilli, e la Fontana dei Tritoni, costruite entrambe nella seconda metà del 1700. Un cenno a parte merita la serra Corsini, costruita agli inizi dell'800, che rappresenta la prima serra calda del giardino Corsini. È preceduta da un corpo in muratura e consta di una navata a doppio spiovente, percorsa da un bancone centrale e da due banconi laterali.
Di impianto più recente sono invece due serre, costruite dalla ditta Mathian di Lione: la serra denominata ‘Francese', a doppio spiovente e seminterrata; la seconda deriva con qualche variante determinata dalla necessità di adattamento alla sede attuale dal ‘Giardino d'inverno', fatto costruire dal Pedicino per la sede di via Panisperna nel 1877. Denominata oggi serra Monumentale, consta di una cupola centrale e di due corpi laterali ad unico spiovente.
A testimonianza di un antico fasto e di un uso diverso del giardino, restano ancora oggi busti e statue di epoca romana, quattro piccole fontane facenti parte della simmetria del disegno originario del Fuga e le gradevoli cancellate dell'emiciclo dei Lincei, ornate da vasi. La superficie occupata dall'Orto Botanico si presenta con caratteristiche e funzionalità diverse. La zona pianeggiante rispecchia l'antico assetto del giardino Riario-Corsini, con recenti restauri e recupero di prospettive, arricchito dall'impianto di Palme (Viale Centrale) e da moltissime specie arboree di notevole pregio. Nella parte alta oltre a numerose collezioni, è presente una zona particolarmente pregevole con vegetazione mediterranea a leccio.
La collezione è costituita da numerosissimi generi significativi dal punto di vista conservazionistico e vegetazionale, inoltre molti esemplari arborei (circa 400) sono stati collocati dal primo direttore Pietro Romualdo Pirotta in aiuole ordinate per famiglia, tra le zone pianeggianti e quella in pendio. Accanto a questi temi scientifico-didattici non mancano, a completare il significato di un'esperienza particolare derivante dalla visita del sito, splendide fioriture che incorniciano stupendi panorami della città. Piante sempreverdi e caducifoglie di grande interesse botanico si associano ai cespugli fioriti in ogni stagione. Alle collezioni di Juglandaceae, Rosaceae e Fagaceae si associano le foglie variegate di Ilex o di Cornus, alberi rarissimi come Agathis, Tetraclinis, Nannorrhops. Da non dimenticare gli esempi più suggestivi di vegetazione spontanea, sparsi ovunque nell'area con querce, pioppi, platani, olmi, aceri, cedri e lecci particolarmente presenti nel lembo di querceto mediterraneo sempreverde denominato dal Vasi (1761) il Boschetto e la gran macchia ai lati dello scalone monumentale, dove sono presenti alcuni ormai rari esemplari plurisecolari di Platanus orientalis.
L'Orto Botanico è aperto al pubblico dal lunedi al sabato dalle ore 9.00 alle 19.00; aperture straordinarie domenicali sono previste nell'ambito delle attività di carattere divulgativo, culturale e scientifico che il Museo Orto Botanico svolge istituzionalmente. Ogni anno l'Orto Botanico accoglie circa quarantamila visitatori ed offre laboratori didattici e visite guidate per gruppi scolastici per circa seimila studenti.
Quadro I.1 - PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati dell'Ateneo
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati dell'Ateneo
Quadro I.2 - SPIN-OFF
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati dell'Ateneo
Quadro I.3 - ATTIVITÀ CONTO TERZI
Quadro I.4 - PUBLIC ENGAGEMENT
Quadro I.5 - PATRIMONIO CULTURALE
N. | Denominazione del sito | Soggetto con cui si è in convenzioneo o che autorizza lo scavo | Budget impegnato per la gestione dell'attività nell'anno | Totale finanziamenti esterni ottenuti per la realizzazione della scavo | Finalità della convenzione/ autorizzazione |
---|---|---|---|---|---|
1. | Mulhuli Amo (Eritrea) | Northern Red Sea Regional Museum di Massawa | 0 | 0 | Altre attività, (Concessione di scavo) |
2. | Don Julio (Punta Rucia; Repubblica Dominicana) | Museo del Hombre Dominicano di Santo Domingo | 0 | 0 | Altre attività, (Il Prof. Alfredo Coppa opera in qualità di Investigador Asociado del Museo del Hombre Dominicano) |
3. | El Mekta (Tunisia) | INP Institut National du Patrimoine, Tunisi | 0 | 0 | Altre attività, (Protocollo Esecutivo di Accordo Quadro) |
N. | Nome della struttura di gestione | Numero di siti museali gestiti dal polo museale | Numero di giorni di apertura nell'anno | Spazi dedicati in mq | Budget impegnato nell'anno | Totale finanziamenti esterni | N.ro di visitatori nell'anno | N.ro di visitatori nell'anno paganti | Presenza sistema rilevazione presenze |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Polo museale Sapienza | 20 | 176 | 12.827 | 77.463 | 0 | 0 | 0 | no |
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati Ateneo
Quadro I.6 - TUTELA DELLA SALUTE
Quadro I.7 - FORMAZIONE CONTINUA
Quadro I.8 - STRUTTURE DI INTERMEDIAZIONE
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati Ateneo
N. | Ragione sociale | Anno di inizio partecipazione | Finalità prevalente | Tra i primi 10 dell'Ateneo |
---|---|---|---|---|
1. | ALMALAUREA | 2000 | Servizi di placement (es. Almalaurea), | |
2. | CINBMP- Consorzio interuniversitario Nazionale per la Biologia Molecolare delle Piante | 1992 | Trasferimento tecnologico (distretti tecnologici e centri di competenza tecnologica), | |
3. | COINFO - consorzio Interuniversitario sulla Formazione | 1996 | Gestione di attività di formazione e networking legate alla valorizzazione della ricerca (es. NetVal), | |
4. | COSMESE - Consorzio Interuniversitario per lo Studio dei Metaboliti Secondari Naturali | 2004 | Trasferimento tecnologico (distretti tecnologici e centri di competenza tecnologica), | |
5. | CUIA - Consorzio Interuniversitario Italiano per l'Argentina (CUIA) | 2004 | Gestione di attività di formazione e networking legate alla valorizzazione della ricerca (es. NetVal), | |
6. | NETVAL - Network per la Valorizzazione dei risultati della ricerca universitaria | 2007 | Gestione di attività di formazione e networking legate alla valorizzazione della ricerca (es. NetVal), | |
7. | Consorzio Sapienza Innovazione | 2006 | Trasferimento tecnologico (distretti tecnologici e centri di competenza tecnologica), |