La definizione di obiettivi e linee strategiche di Terza Missione non può prescindere da una contestualizzazione del DiSBeF rispetto all'ambiente in cui opera e da una sua caratterizzazione culturale.
Per il primo punto va considerato che le maggiori potenzialità per le ricadute della conoscenza prodotta si hanno sulle realtà socio-economiche circumvicine: la terza missione ha perciò un'intrinseca dimensione territoriale. Il DiSBeF opera nell'area geografica marchigiana che, rispetto al contesto nazionale, non primeggia in indicatori economici rilevanti, in particolare per quanto concerne l'innovazione. Infatti, non solo l'Italia ha in generale un problema di volumi di spesa indirizzati alla ricerca, ma ha un ulteriore problema di concentrazione territoriale – con la ricerca pubblica che si radica nell'area della Capitale e quella privata che si sviluppa nelle due principali area metropolitane del Nord del Paese –, concentrazione che restituisce bene l'immagine del distacco tra le diverse aree del Paese. Tenuto conto dell'ambito territoriale di maggiore impatto, i risultati del DiSBeF e più in generale dell'Università di Urbino vanno interpretati non in termini assoluti, ma attraverso una chiave di lettura che tenga presente il contesto socio-economico in cui la struttura si trova ad operare.
Per il secondo punto, un'analisi interna evidenzia che la forte interdisciplinarietà e l'esigua numerosità del personale strutturato afferente al Dipartimento (36 docenti nel 2014) producono vantaggi e svantaggi: se la prima caratteristica consente al DiSBeF di essere attivo su più fronti, la seconda non consente il raggiungimento di quella massa critica che facilita iniziative di grande impatto sociale e culturale.
Ciò premesso, la principale linea strategica del DiSBeF per la terza missione è la valorizzazione della ricerca sul territorio attraverso una dialettica costruttiva tra il ricercatore e l'apparato direzionale e amministrativo del dipartimento.
Con riferimento a ciascuno degli ambiti della terza missione, il DiSBeF si propone gli obiettivi sotto descritti, da perseguire in un orizzonte di breve termine (2/3 anni).
Nella gestione della proprietà intellettuale e nella collaborazione con intermediari territoriali, il Dipartimento aderisce a una politica definita a livello d'Ateneo che, in un'ottica di economia di scopo, adotta precise scelte di gestione dei brevetti e di relazione con incubatori/consorzi/parchi scientifici. Di fondamentale importanza risulta pertanto lo sviluppo di relazioni sempre più strutturate ed il mantenimento di un supporto sempre più stabile dell'Amministrazione centrale per il tramite dell'Ufficio di Trasferimento Tecnologico e dell'Ufficio di Placement.
Nell'imprenditorialità accademica, la scarsa numerosità dei singoli gruppi di ricerca si abbina a limitazioni presenti nell'impianto regolamentare dell'Università che frenano lo sviluppo di spin-off; obiettivo del DiSBeF è quello di avviare una discussione sull'attuale Regolamento spin-off, incentivarne una riscrittura, diffondere una maggiore cultura della terza missione, con particolare riferimento all'imprenditorialità accademica, al fine di creare terreno fertile per la proliferazione di business ideas che possano trasformarsi in reali opportunità lavorative (indicatore: numero di spin-off attivati in un intervallo di tempo sufficiente per dare significato alla media; ad es. 3 anni).
Nelle attività conto terzi, il DiSBeF si pone come obiettivo quello di mettere in campo regolamenti interni e schemi di collaborazione esterni snelli e reiterabili, allo scopo di consentire ad ogni docente di collaborare senza rinunciare alle proprie specificità e nel rispetto di un principio di snellezza dell'azione amministrativa. Da un'analisi disaggregata delle entrate per attività commissionate o in collaborazione, emerge che tutte le aree scientifiche presenti nel DiSBeF, seppure in misura diversa, riescono ad attrarre finanziamenti. Le entrate da attività conto terzi sono decisamente apprezzabili e l'impatto del Dipartimento sul territorio, pur in questo periodo di congiuntura sfavorevole per la PMI, si conserva ad un buon livello (indicatore: percentuale di entrate da conto terzi rispetto al totale interno del Dipartimento, cioè al netto di bandi competitivi pubblici nazionali ed internazionali).
La seconda linea strategica del DiSBeF si incentra sulla produzione di beni e servizi pubblici di natura sociale, educativa e culturale con l'obiettivo di sostenere le attività in un'ottica di miglioramento continuo.
Per ciò che concerne l'area di produzione e gestione di beni culturali, di particolare rilievo è il “Gabinetto di Fisica: Museo Urbinate della Scienza e della Tecnica”. Tale Museo è la più antica istituzione scientifica dell'Università di Urbino: essa annovera alcuni studi, una biblioteca, un archivio, alcuni depositi e due sale, visitabili dal pubblico, locate nel piano nobile del settecentesco Palazzo degli Scolopi, nel centro di Urbino. La sala “Alessandro Serpieri” raccoglie una tra le più importanti collezioni universitarie di strumentazione storico-scientifica presenti nel nostro Paese, mentre la sala “Federico da Montefeltro” mostra la ricostruzione virtuale dello studiolo del Duca Federico nel Palazzo Ducale urbinate. Inoltre il Gabinetto di Fisica sviluppa e promuove mostre, convegni e ricerche attinenti alla Storia della Scienza volte ad evidenziare il ruolo che hanno avuto gli strumenti scientifici nello sviluppo del pensiero scientifico dall'Umanesimo al XIX secolo. In tale ambito, nel 2014, è stato reclutato un collaboratore per un progetto di “Supporto alla disseminazione e valorizzazione della raccolta museale, assistenza allo sviluppo di strumenti documentali (cartacei e/o informatici) e ottimizzazione della diffusione dell'informazione nella fase di accoglienza dei visitatori del Museo della Scienza” (indicatore: numero di visitatori per anno).
Per ciò che riguarda l'area della formazione continua, obiettivo per il 2014 risulta essere il proseguimento delle attività che hanno registrato maggiore successo nel 2013.
In tale ambito si inseriscono:
- un aggiornamento professionale in “Progettazione Sostenibile (R.E.S.E.T.-Riqualificazione Energetica, Sostenibilità nell'Edilizia e nel Territorio): progettare, innovare, riqualificare il patrimonio edilizio nella valorizzazione del territorio” che si avvale delle competenze nel campo della Conservazione e Restauro dei Beni Culturali presenti nel DiSBeF
- la formazione in " La bioetica con i caregiver. Alleanza terapeutica e qualità della vita" rivolta ai Coordinatori del Gruppo di Miglioramento del Distretto di Fano Pergola e Fossombrone e agli Infermieri delle Cure domiciliari delle varie sedi del Distretto di Fano Fossombrone, che si avvale delle competenze nel campo della Filosofia etica presenti nel DiSBeF.
La prima attività di formazione è tipico esempio di collegamento tra Università, Enti Locali, Ordini Professionali. La seconda edizione del corso “Reset 2 - Upgrading Colleges 1.0" ha come oggetto di studio la riqualificazione dei collegi universitari e, più in generale, mira a stabilire un continuo aggiornamento con quei settori che, grazie all'Università, possono più facilmente essere pronti a recepire le istanze disegnate nei Piani Operativi Regionali per un uso proficuo di fondi strutturali europei.
La seconda attività mira a colmare il divario culturale esistente tra gli Enti Pubblici di Assistenza e gli assistiti non autosufficienti: intervenendo proficuamente sugli operatori del settore, si inserisce tale attività in un contesto sociale ispirato a principi di etica nell'ambito delle relazioni interpersonali, che possono essere così valorizzate e correttamente interpretate in un complesso di situazioni "critiche". Tale attività è in convenzione le Aree Vaste dell'ASUR Marche.
(indicatore di obiettivo: numero di iniziative indipendenti realizzate nell'anno solare)
Per ciò che concerne il Public Engagement, l'obiettivo che il DiSBeF intende perseguire è un'istituzionalizzazione delle attività, affinché essa divenga una missione istituzionale del dipartimento. Questo passaggio va tuttavia gestito con un approccio graduale volto al monitoraggio e alla valorizzazione delle attività: il singolo ricercatore è libero di rispondere agli stimoli esterni (interviste, trasmissioni…) e di perseguire i propri interessi (gestione siti/blog, organizzazione eventi), fermo restando che entro il 15 marzo di ciascun anno deve compilare un resoconto delle azioni svolte (tipo di attività, successo riscontrato, budget impegnato…)
Infine, per favorire l'applicazione e la valorizzazione della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della Società, il Dipartimento si impegna per comunicare e divulgare la conoscenza attraverso una relazione diretta con il territorio, stipulando nel 2014 diversi protocolli d'intesa con vari attori tra cui si annoverano soggetti privati (Associazione Culturale senza fini di lucro Neunet, Associazione per ricerca e insegnamento di Filosofia e Storia, Heritage Malta…) e soggetti pubblici (Soprintendenza, Istituto Omnicomprensivo Statale di Urbania, Comune di Urbino…).
Tali accordi mirano ad una collaborazione su progetti di ricerca comuni, alla mobilità del personale, allo scambio di materiale scientifico, all'espletamento di giornate di studio/conferenze/seminari/corsi, all'elaborazione di percorsi formativi condivisi, alla partecipazione in comune a programmi e al coordinamento di proposte volte all'acquisizione di risorse finanziarie per la realizzazione di strutture e per lo svolgimento di progetti di ricerca e/o formazione. (indicatore: numero di iniziative, purchè monitorate, nel corso dell'anno).
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Per il primo punto va considerato che le maggiori potenzialità per le ricadute della conoscenza prodotta si hanno sulle realtà socio-economiche circumvicine: la terza missione ha perciò un'intrinseca dimensione territoriale. Il DiSBeF opera nell'area geografica marchigiana che, rispetto al contesto nazionale, non primeggia in indicatori economici rilevanti, in particolare per quanto concerne l'innovazione. Infatti, non solo l'Italia ha in generale un problema di volumi di spesa indirizzati alla ricerca, ma ha un ulteriore problema di concentrazione territoriale – con la ricerca pubblica che si radica nell'area della Capitale e quella privata che si sviluppa nelle due principali area metropolitane del Nord del Paese –, concentrazione che restituisce bene l'immagine del distacco tra le diverse aree del Paese. Tenuto conto dell'ambito territoriale di maggiore impatto, i risultati del DiSBeF e più in generale dell'Università di Urbino vanno interpretati non in termini assoluti, ma attraverso una chiave di lettura che tenga presente il contesto socio-economico in cui la struttura si trova ad operare.
Per il secondo punto, un'analisi interna evidenzia che la forte interdisciplinarietà e l'esigua numerosità del personale strutturato afferente al Dipartimento (36 docenti nel 2014) producono vantaggi e svantaggi: se la prima caratteristica consente al DiSBeF di essere attivo su più fronti, la seconda non consente il raggiungimento di quella massa critica che facilita iniziative di grande impatto sociale e culturale.
Ciò premesso, la principale linea strategica del DiSBeF per la terza missione è la valorizzazione della ricerca sul territorio attraverso una dialettica costruttiva tra il ricercatore e l'apparato direzionale e amministrativo del dipartimento.
Con riferimento a ciascuno degli ambiti della terza missione, il DiSBeF si propone gli obiettivi sotto descritti, da perseguire in un orizzonte di breve termine (2/3 anni).
Nella gestione della proprietà intellettuale e nella collaborazione con intermediari territoriali, il Dipartimento aderisce a una politica definita a livello d'Ateneo che, in un'ottica di economia di scopo, adotta precise scelte di gestione dei brevetti e di relazione con incubatori/consorzi/parchi scientifici. Di fondamentale importanza risulta pertanto lo sviluppo di relazioni sempre più strutturate ed il mantenimento di un supporto sempre più stabile dell'Amministrazione centrale per il tramite dell'Ufficio di Trasferimento Tecnologico e dell'Ufficio di Placement.
Nell'imprenditorialità accademica, la scarsa numerosità dei singoli gruppi di ricerca si abbina a limitazioni presenti nell'impianto regolamentare dell'Università che frenano lo sviluppo di spin-off; obiettivo del DiSBeF è quello di avviare una discussione sull'attuale Regolamento spin-off, incentivarne una riscrittura, diffondere una maggiore cultura della terza missione, con particolare riferimento all'imprenditorialità accademica, al fine di creare terreno fertile per la proliferazione di business ideas che possano trasformarsi in reali opportunità lavorative (indicatore: numero di spin-off attivati in un intervallo di tempo sufficiente per dare significato alla media; ad es. 3 anni).
Nelle attività conto terzi, il DiSBeF si pone come obiettivo quello di mettere in campo regolamenti interni e schemi di collaborazione esterni snelli e reiterabili, allo scopo di consentire ad ogni docente di collaborare senza rinunciare alle proprie specificità e nel rispetto di un principio di snellezza dell'azione amministrativa. Da un'analisi disaggregata delle entrate per attività commissionate o in collaborazione, emerge che tutte le aree scientifiche presenti nel DiSBeF, seppure in misura diversa, riescono ad attrarre finanziamenti. Le entrate da attività conto terzi sono decisamente apprezzabili e l'impatto del Dipartimento sul territorio, pur in questo periodo di congiuntura sfavorevole per la PMI, si conserva ad un buon livello (indicatore: percentuale di entrate da conto terzi rispetto al totale interno del Dipartimento, cioè al netto di bandi competitivi pubblici nazionali ed internazionali).
La seconda linea strategica del DiSBeF si incentra sulla produzione di beni e servizi pubblici di natura sociale, educativa e culturale con l'obiettivo di sostenere le attività in un'ottica di miglioramento continuo.
Per ciò che concerne l'area di produzione e gestione di beni culturali, di particolare rilievo è il “Gabinetto di Fisica: Museo Urbinate della Scienza e della Tecnica”. Tale Museo è la più antica istituzione scientifica dell'Università di Urbino: essa annovera alcuni studi, una biblioteca, un archivio, alcuni depositi e due sale, visitabili dal pubblico, locate nel piano nobile del settecentesco Palazzo degli Scolopi, nel centro di Urbino. La sala “Alessandro Serpieri” raccoglie una tra le più importanti collezioni universitarie di strumentazione storico-scientifica presenti nel nostro Paese, mentre la sala “Federico da Montefeltro” mostra la ricostruzione virtuale dello studiolo del Duca Federico nel Palazzo Ducale urbinate. Inoltre il Gabinetto di Fisica sviluppa e promuove mostre, convegni e ricerche attinenti alla Storia della Scienza volte ad evidenziare il ruolo che hanno avuto gli strumenti scientifici nello sviluppo del pensiero scientifico dall'Umanesimo al XIX secolo. In tale ambito, nel 2014, è stato reclutato un collaboratore per un progetto di “Supporto alla disseminazione e valorizzazione della raccolta museale, assistenza allo sviluppo di strumenti documentali (cartacei e/o informatici) e ottimizzazione della diffusione dell'informazione nella fase di accoglienza dei visitatori del Museo della Scienza” (indicatore: numero di visitatori per anno).
Per ciò che riguarda l'area della formazione continua, obiettivo per il 2014 risulta essere il proseguimento delle attività che hanno registrato maggiore successo nel 2013.
In tale ambito si inseriscono:
- un aggiornamento professionale in “Progettazione Sostenibile (R.E.S.E.T.-Riqualificazione Energetica, Sostenibilità nell'Edilizia e nel Territorio): progettare, innovare, riqualificare il patrimonio edilizio nella valorizzazione del territorio” che si avvale delle competenze nel campo della Conservazione e Restauro dei Beni Culturali presenti nel DiSBeF
- la formazione in " La bioetica con i caregiver. Alleanza terapeutica e qualità della vita" rivolta ai Coordinatori del Gruppo di Miglioramento del Distretto di Fano Pergola e Fossombrone e agli Infermieri delle Cure domiciliari delle varie sedi del Distretto di Fano Fossombrone, che si avvale delle competenze nel campo della Filosofia etica presenti nel DiSBeF.
La prima attività di formazione è tipico esempio di collegamento tra Università, Enti Locali, Ordini Professionali. La seconda edizione del corso “Reset 2 - Upgrading Colleges 1.0" ha come oggetto di studio la riqualificazione dei collegi universitari e, più in generale, mira a stabilire un continuo aggiornamento con quei settori che, grazie all'Università, possono più facilmente essere pronti a recepire le istanze disegnate nei Piani Operativi Regionali per un uso proficuo di fondi strutturali europei.
La seconda attività mira a colmare il divario culturale esistente tra gli Enti Pubblici di Assistenza e gli assistiti non autosufficienti: intervenendo proficuamente sugli operatori del settore, si inserisce tale attività in un contesto sociale ispirato a principi di etica nell'ambito delle relazioni interpersonali, che possono essere così valorizzate e correttamente interpretate in un complesso di situazioni "critiche". Tale attività è in convenzione le Aree Vaste dell'ASUR Marche.
(indicatore di obiettivo: numero di iniziative indipendenti realizzate nell'anno solare)
Per ciò che concerne il Public Engagement, l'obiettivo che il DiSBeF intende perseguire è un'istituzionalizzazione delle attività, affinché essa divenga una missione istituzionale del dipartimento. Questo passaggio va tuttavia gestito con un approccio graduale volto al monitoraggio e alla valorizzazione delle attività: il singolo ricercatore è libero di rispondere agli stimoli esterni (interviste, trasmissioni…) e di perseguire i propri interessi (gestione siti/blog, organizzazione eventi), fermo restando che entro il 15 marzo di ciascun anno deve compilare un resoconto delle azioni svolte (tipo di attività, successo riscontrato, budget impegnato…)
Infine, per favorire l'applicazione e la valorizzazione della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della Società, il Dipartimento si impegna per comunicare e divulgare la conoscenza attraverso una relazione diretta con il territorio, stipulando nel 2014 diversi protocolli d'intesa con vari attori tra cui si annoverano soggetti privati (Associazione Culturale senza fini di lucro Neunet, Associazione per ricerca e insegnamento di Filosofia e Storia, Heritage Malta…) e soggetti pubblici (Soprintendenza, Istituto Omnicomprensivo Statale di Urbania, Comune di Urbino…).
Tali accordi mirano ad una collaborazione su progetti di ricerca comuni, alla mobilità del personale, allo scambio di materiale scientifico, all'espletamento di giornate di studio/conferenze/seminari/corsi, all'elaborazione di percorsi formativi condivisi, alla partecipazione in comune a programmi e al coordinamento di proposte volte all'acquisizione di risorse finanziarie per la realizzazione di strutture e per lo svolgimento di progetti di ricerca e/o formazione. (indicatore: numero di iniziative, purchè monitorate, nel corso dell'anno).
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Quadro I.1 - PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati dell'Ateneo
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati Ateneo
Quadro I.2 - SPIN-OFF
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati dell'Ateneo
Quadro I.3 - ATTIVITÀ CONTO TERZI
Quadro I.4 - PUBLIC ENGAGEMENT
Quadro I.5 - PATRIMONIO CULTURALE
N. | Nome della struttura di gestione | Numero di siti museali gestiti dal polo museale | Numero di giorni di apertura nell'anno | Spazi dedicati in mq | Budget impegnato nell'anno | Totale finanziamenti esterni | N.ro di visitatori nell'anno | N.ro di visitatori nell'anno paganti | Presenza sistema rilevazione presenze |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Gabinetto di fisica:Museo urbinate della Scienza e della Tecnica | 1 | 225 | 250 | 8.500 | 0 | 1.064 | 0 | si |
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati Ateneo
Quadro I.6 - TUTELA DELLA SALUTE
Quadro I.7 - FORMAZIONE CONTINUA
Numero totale di corsi erogati | 2 |
---|---|
Numero totale di CFP erogati | 0 |
Numero totale di ore di didattica assistita complessivamente erogate | 54 |
Numero totale di partecipanti | 30 |
Numero di docenti coinvolti complessivamente | 2 |
Numero di docenti esterni all'Ateneo | 0 |
Numero di imprese commerciali coinvolte come utilizzatrici dei programmi | 0 |
Numero di enti pubblici coinvolti come utilizzatori dei programmi | 0 |
Numero di enti no-profit coinvolti come utilizzatori dei programmi | 0 |
Introiti complessivi del programma (importo della convenzione, eventuali quote di iscrizione, altre entrate) | 0 |
Quota percentuale degli introiti complessivi provenienti da finanziamenti pubblici europei o nazionali | 0 |
Numero di tirocini o stage attivati | 0 |
Quadro I.8 - STRUTTURE DI INTERMEDIAZIONE
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati Ateneo
N. | Ragione sociale | Anno di inizio partecipazione | Finalità prevalente | Tra i primi 10 dell'Ateneo |
---|---|---|---|---|
1. | Netval Network per la valorizzazione della ricerca universitaria | 2011 | Gestione di attività di formazione e networking legate alla valorizzazione della ricerca (es. NetVal), | Si |
2. | APRE Agenzia per la promozione della ricerca europea | 1998 | Accesso ai finanziamenti pubblici orientati al trasferimento tecnologico (es. APRE), | Si |
3. | Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea | 2009 | Servizi di placement (es. Almalaurea), | Si |
4. | Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM) | 2014 | Gestione di attività di formazione e networking legate alla valorizzazione della ricerca (es. NetVal), Accesso ai finanziamenti pubblici orientati al trasferimento tecnologico (es. APRE), | Si |
5. | Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Fisica delle Atmosfere e Idrosfere CINFAI | 2005 | Trasferimento tecnologico (distretti tecnologici e centri di competenza tecnologica), Accesso ai finanziamenti pubblici orientati al trasferimento tecnologico (es. APRE), | Si |
6. | Consorzio Interuniversitario Italiano in Argentina CUIA | 2003 | Gestione di attività di formazione e networking legate alla valorizzazione della ricerca (es. NetVal), | Si |
7. | Consorzio Interuniversitario sulla Formazione Co.In.Fo. | 2001 | Gestione di attività di formazione e networking legate alla valorizzazione della ricerca (es. NetVal), | Si |