L'obiettivo di "terza missione" -- se cosi` si può dire -- di un centro di ricerca nelle scienze umane quale l'ISIG è duplice: la qualificazione nazionale ed internazionale della sua produzione ed il concorrere allo sviluppo culturale del territorio in cui esso opera. Entrambi gli obiettivi hanno un impatto sociale e, sia pure in un senso particolare, anche economico.
Sul piano sociale è evidente che l'essere sede di un centro di ricerca di rilievo internazionale apporta una qualificazione al territorio ed alla comunità in cui esso si situa. Significa infatti poter contare su una presenza qualificata nel dibattito pubblico (italiano, ma non solo), contribuire allo stimolo del miglioramento dei sistemi di acculturazione (dalla scuola al sentimento di cittadinanza consapevole), essere dei punti di riferimento nella attuale crisi dei sistemi culturali, sociali, politici.
La presenza di questo polo di attrazione culturale comporta un certo dinamismo di presenze anche dall'esterno e l'arricchimento del patrimonio umano di un territorio per l'inserzione in esso di personalità forti che vengono ad integrare quanto già presente.
La circolazione di elite della ricerca che gravitano attorno a questo polo comporta anche un impulso alla crescita della domanda di consapevolezza dei problemi del presente e di creatività innovativa, crescita che è, come documentano molti studi, un elemento fondamentale per garantire quel dinamismo sociale senza il quale non si può realizzare sviluppo.
È obiettivo costante di ISIG fare in modo che i suoi ricercatori siano presenti e coinvolti nei servizi che noi offriamo al territorio anche come supporto diretto alle sue dinamiche vitali. A questo proposito l'ISIG opera costantemente sul fronte della diffusione delle conoscenze culturali organizzando iniziative specifiche destinate al pubblico più generale, così come si offre quale "deposito culturale" a disposizione delle realtà del nostro territorio e dei territori limitrofi che fossero interessate ad attingervi in attività quali le qualificazioni degli insegnanti, il dibattito pubblico, la collaborazione con gli Atenei in attività seminariali e di docenza, la collaborazione con enti nello studio di problematiche di interesse che abbiano un risvolto storico.
In tutte queste attività i ricercatori sono coinvolti sin dalle fasi di progettazione, ma soprattutto lavorano nella consapevolezza che non si tratta di "diversivi" rispetto al loro percorso di crescita, ma di momenti non solo altamente formativi, di autentico servizio civile, con cui si inseriscono nella comunità geografica di cui sono diventati parte.
Tutti gli elementi di cui abbiamo dato conto hanno però anche ricadute, sia pure indirette, sul circuito economico, poiché solo una società con forte dinamica sociale e con un livello diffuso di comprensione delle difficoltà dei momenti storici di transizione è in grado di fornire l'humus necessario alla creatività nel campo delle imprese e alla duttilità nel campo della pubblica amministrazione, due fattori che sono essenziali per qualsiasi operazione volta a supportare lo sviluppo anche in tempi di notevole difficoltà economica.
Sul piano sociale è evidente che l'essere sede di un centro di ricerca di rilievo internazionale apporta una qualificazione al territorio ed alla comunità in cui esso si situa. Significa infatti poter contare su una presenza qualificata nel dibattito pubblico (italiano, ma non solo), contribuire allo stimolo del miglioramento dei sistemi di acculturazione (dalla scuola al sentimento di cittadinanza consapevole), essere dei punti di riferimento nella attuale crisi dei sistemi culturali, sociali, politici.
La presenza di questo polo di attrazione culturale comporta un certo dinamismo di presenze anche dall'esterno e l'arricchimento del patrimonio umano di un territorio per l'inserzione in esso di personalità forti che vengono ad integrare quanto già presente.
La circolazione di elite della ricerca che gravitano attorno a questo polo comporta anche un impulso alla crescita della domanda di consapevolezza dei problemi del presente e di creatività innovativa, crescita che è, come documentano molti studi, un elemento fondamentale per garantire quel dinamismo sociale senza il quale non si può realizzare sviluppo.
È obiettivo costante di ISIG fare in modo che i suoi ricercatori siano presenti e coinvolti nei servizi che noi offriamo al territorio anche come supporto diretto alle sue dinamiche vitali. A questo proposito l'ISIG opera costantemente sul fronte della diffusione delle conoscenze culturali organizzando iniziative specifiche destinate al pubblico più generale, così come si offre quale "deposito culturale" a disposizione delle realtà del nostro territorio e dei territori limitrofi che fossero interessate ad attingervi in attività quali le qualificazioni degli insegnanti, il dibattito pubblico, la collaborazione con gli Atenei in attività seminariali e di docenza, la collaborazione con enti nello studio di problematiche di interesse che abbiano un risvolto storico.
In tutte queste attività i ricercatori sono coinvolti sin dalle fasi di progettazione, ma soprattutto lavorano nella consapevolezza che non si tratta di "diversivi" rispetto al loro percorso di crescita, ma di momenti non solo altamente formativi, di autentico servizio civile, con cui si inseriscono nella comunità geografica di cui sono diventati parte.
Tutti gli elementi di cui abbiamo dato conto hanno però anche ricadute, sia pure indirette, sul circuito economico, poiché solo una società con forte dinamica sociale e con un livello diffuso di comprensione delle difficoltà dei momenti storici di transizione è in grado di fornire l'humus necessario alla creatività nel campo delle imprese e alla duttilità nel campo della pubblica amministrazione, due fattori che sono essenziali per qualsiasi operazione volta a supportare lo sviluppo anche in tempi di notevole difficoltà economica.
L'Istituto Storico Italo-Germanico (ISIG) è un istituto che si dedica alla ricerca storica in un arco cronologico che va dal tardo XV secolo alla fine del XX secolo. Rispetto ad un contesto di studi che tendeva a privilegiare le ricerche di taglio monografico ed individuale, l'Istituto si colloca in una tendenza che è ormai patrimonio acquisito dei migliori centri di ricerca: gli studi su ampie tematiche costruiti attorno a specifiche equipe di studiosi. La nostra prospettiva è quella di inserirci in questo tendenza prendendo molto sul serio quanto ci viene richiesto, e cioè non produrre semplicemente dei finti gruppi di ricerca con la giustapposizione di temi monografici perseguiti da membri isolati, temi che poi vengono generalmente cuciti insieme forzatamente sotto qualche titolazione generica apposta a posteriori.
In fondo, è la nostra storia peculiare ad averci consentito un approccio cosi` fortemente innovativo, del quale possiamo dirci orgogliosi.
Oggi la nostra attività procede come messa a valore della prima sperimentazione effettuata nel triennio 2011--2013. Questa si concentrava sul tema della "transizione come problema storiografico (1494-1973)". Ci era sembrato allora che in un contesto di grande trasformazione come quello che il mondo attuale sta sperimentando fosse doveroso da parte di un centro di ricerca storiografica cercare di mettersi al servizio della comprensione di dinamiche che suscitano anche un certo sconcerto sociale.
Fra l'altro con questo rispondiamo anche ad una domanda proveniente dalla comunità locale che si chiede, del tutto legittimamente, se i suoi denari che servono a mantenere ISIG abbiano una ricaduta in termini di prodotto. E noi riteniamo, ora come allora, che sia un risultato non disprezzabile fornire un apporto alla possibilità di comprensione del cambiamento in atto, il che significa un apporto alla possibilità di individuare strumenti adatti a governarne le dinamiche.
I risultati di questa impostazione sono confluiti sia in un volume che è frutto del confronto del nostro gruppo con studiosi italiani e stranieri invitati a discuterne con noi (La transizione come problema storiografico, a cura di P. Pombeni e H.G. Haupt, Bologna, Il Mulino, 2013) ed in opere momografiche di prossima pubblicazione, anche in lingua stranera.
Procedendo sulla via aperta da questi studi, abbiamo individuato un nuovo tema, quello della "Modernità come età assiale. Una questione aperta". In origine il tema della "età assiale", riguardava la formazione della "cultura" (nel senso antropologico del termine) fra il X e il V secolo avanti Cristo. Veniva notato, che in quei cinque secoli sia sul versante occidentale (Israele, Grecia e poi Roma), sia sul versante orientale (Cina ed India) si erano formati dei parametri culturali di interpretazione della vicenda dell'uomo, parametri che erano poi diventati un patrimonio inalienabile delle civiltà successive. Ora si tratta di valutare se anche nella fase fra il tardo XV secolo e la fine del XX secolo si sia assistito di nuovo alla formazione di una struttura del pensiero, che abbiamo provvisoriamente definito come "le categorie del moderno". Questa struttura è probabilmente in via di ridefinizione se la si considera nelle espressioni delle sue contingenze storiche (è il dibattito sul "postmoderno"), mentre noi ipotizziamo che i concetti portanti elaborati in questi cinque secoli rimarranno, per quanto ridefiniti, come un patrimonio dell'umanità attorno al quale si ristrutturerà la "cultura" per i secoli a venire.
Oltre a questo progetto comune, l'ISIG è impegnato in altri progetti più circoscritti, ciascuno dei quali vede il coinvolgimento di uno o più dei nostri ricercatori. In particolare:
* Ricerca "Grande Guerra". Si tratta di una ricerca triennale finanziata dalla PAT svolta in collaborazione con l'Università di Trento. L'obiettivo di questa ricerca è l'indagine delle ricadute dell'evento bellico, sia durante il suo corso che nella fase immediatamente successiva, sul sistema politico-sociale del Trentino dell'epoca.
* Progetto "A.L.C.I.D.E." (Analysis of Language and Content In a Digital Environment). È sviluppato in collaborazione col gruppo "Digital Humanities" del Centro ICT di FBK e mira all'analisi computerizzata dei discorsi politici, in particolare di Alcide De Gasperi. Su questo progetto è avviata una collaborazione con l'archivio storico del Quirinale per una analisi della "pedagogia nazionale" nei discorsi dei presidenti della Repubblica italiana.
* Progetto di ricerca sul tema dell'esportazione delle pratiche e delle normative religiose derivate dal Concilio di Trento nell'area delle colonie ispano-americane. È un progetto in collaborazione col Max-Planck Institut für europäische Rechtsgeschichte di Francoforte.
* Progetto di ricerca sul tema della rilevanza "modellistica" della questione trentino-sudtirolese, sia a livello interno che internazionale.
* Progetto esplorativo nel campo della "Storia delle emozioni". Si tratta di una tematica in forte evoluzione nella storiografia europea ed americana. Vi è un nostro interesse ad inserirci in questa tendenza anche con una azione interdisciplinare.
Dobbiamo infine menzionare la nostra collaborazione con istituzioni specializzate del Trentino, come la Soprintendenza per i beni archivistici e librari. Per essa al momento stiamo operando ad un lavoro di sistemazione dei "Libri Copiali", della sezione d'archivio denominata "Atti Trentini", di una completa esplorazione delle fonti trentine reperibili nel fondo del "Kriegsüberwachungsamt" (ufficio addetto alla sorveglianza politica) presso il "Kriegsarchiv" dell'Archivio di Stato di Vienna e dei processi condotti dal tribunale della guarnigione di Trento nel corso del primo conflitto mondiale.
Per quanto riguarda l'apertura internazionale e le collaborazioni strategiche, il nostro primo strumento di presenza internazionale è dato dai nostri "Annali" [dell'Istituto Storico Italo-Germanico, in Trento]. Dal 2011 li si è trasformati in un periodico che esce due volte l'anno. Il passaggio degli "Annali" a rivista semestrale ci ha consentito di entrare nel "pacchetto riviste" sia dell'editore Il Mulino che dell'editore Duncker & Humblot, il che favorisce l'accesso al mercato universitario, ma ha reso anche acquistabili singolarmente i nostri articoli grazie al sito del Mulino. Da segnalare che gli nel 2015 gli "Annali" sono stati riconosciuti, da parte dell'ANVUR, come "rivista di classe A".
Vi sono poi occasioni di collaborazioni internazionali specifiche fra cui le più rilevanti sono state:
* la settimana di studio sul tema "La guerra come apocalisse". Tutte le nostre settimane di studio che si tengono annualmente ed i nostri seminari e convegni di studio sono improntati alla circolazione internazionale dei contributi.
* Un incontro euro-giapponese in collaborazione con l'università di Waseda (Tokio) sulla "storia religiosa dell'età moderna";
* un incontro pubblico sulla rilevanza della biografia di Lutero del prof. Hans Schilling;
* in concorso con l'Università di Padova l'organizzazione nella tarda primavera 2015 della conferenza internazionale dell'associazione dei ricercatori che si occupano di Prima Guerra Mondiale (si tratta di un'associazione internazionale che organizza annualmente i suoi lavori in un paese europeo).
Questi reti confluiscono costantemente in occasioni seminariali e convegnistiche con scambi di esperienze fra i ricercatori che operano nelle diverse realtà internazionali.
In fondo, è la nostra storia peculiare ad averci consentito un approccio cosi` fortemente innovativo, del quale possiamo dirci orgogliosi.
Oggi la nostra attività procede come messa a valore della prima sperimentazione effettuata nel triennio 2011--2013. Questa si concentrava sul tema della "transizione come problema storiografico (1494-1973)". Ci era sembrato allora che in un contesto di grande trasformazione come quello che il mondo attuale sta sperimentando fosse doveroso da parte di un centro di ricerca storiografica cercare di mettersi al servizio della comprensione di dinamiche che suscitano anche un certo sconcerto sociale.
Fra l'altro con questo rispondiamo anche ad una domanda proveniente dalla comunità locale che si chiede, del tutto legittimamente, se i suoi denari che servono a mantenere ISIG abbiano una ricaduta in termini di prodotto. E noi riteniamo, ora come allora, che sia un risultato non disprezzabile fornire un apporto alla possibilità di comprensione del cambiamento in atto, il che significa un apporto alla possibilità di individuare strumenti adatti a governarne le dinamiche.
I risultati di questa impostazione sono confluiti sia in un volume che è frutto del confronto del nostro gruppo con studiosi italiani e stranieri invitati a discuterne con noi (La transizione come problema storiografico, a cura di P. Pombeni e H.G. Haupt, Bologna, Il Mulino, 2013) ed in opere momografiche di prossima pubblicazione, anche in lingua stranera.
Procedendo sulla via aperta da questi studi, abbiamo individuato un nuovo tema, quello della "Modernità come età assiale. Una questione aperta". In origine il tema della "età assiale", riguardava la formazione della "cultura" (nel senso antropologico del termine) fra il X e il V secolo avanti Cristo. Veniva notato, che in quei cinque secoli sia sul versante occidentale (Israele, Grecia e poi Roma), sia sul versante orientale (Cina ed India) si erano formati dei parametri culturali di interpretazione della vicenda dell'uomo, parametri che erano poi diventati un patrimonio inalienabile delle civiltà successive. Ora si tratta di valutare se anche nella fase fra il tardo XV secolo e la fine del XX secolo si sia assistito di nuovo alla formazione di una struttura del pensiero, che abbiamo provvisoriamente definito come "le categorie del moderno". Questa struttura è probabilmente in via di ridefinizione se la si considera nelle espressioni delle sue contingenze storiche (è il dibattito sul "postmoderno"), mentre noi ipotizziamo che i concetti portanti elaborati in questi cinque secoli rimarranno, per quanto ridefiniti, come un patrimonio dell'umanità attorno al quale si ristrutturerà la "cultura" per i secoli a venire.
Oltre a questo progetto comune, l'ISIG è impegnato in altri progetti più circoscritti, ciascuno dei quali vede il coinvolgimento di uno o più dei nostri ricercatori. In particolare:
* Ricerca "Grande Guerra". Si tratta di una ricerca triennale finanziata dalla PAT svolta in collaborazione con l'Università di Trento. L'obiettivo di questa ricerca è l'indagine delle ricadute dell'evento bellico, sia durante il suo corso che nella fase immediatamente successiva, sul sistema politico-sociale del Trentino dell'epoca.
* Progetto "A.L.C.I.D.E." (Analysis of Language and Content In a Digital Environment). È sviluppato in collaborazione col gruppo "Digital Humanities" del Centro ICT di FBK e mira all'analisi computerizzata dei discorsi politici, in particolare di Alcide De Gasperi. Su questo progetto è avviata una collaborazione con l'archivio storico del Quirinale per una analisi della "pedagogia nazionale" nei discorsi dei presidenti della Repubblica italiana.
* Progetto di ricerca sul tema dell'esportazione delle pratiche e delle normative religiose derivate dal Concilio di Trento nell'area delle colonie ispano-americane. È un progetto in collaborazione col Max-Planck Institut für europäische Rechtsgeschichte di Francoforte.
* Progetto di ricerca sul tema della rilevanza "modellistica" della questione trentino-sudtirolese, sia a livello interno che internazionale.
* Progetto esplorativo nel campo della "Storia delle emozioni". Si tratta di una tematica in forte evoluzione nella storiografia europea ed americana. Vi è un nostro interesse ad inserirci in questa tendenza anche con una azione interdisciplinare.
Dobbiamo infine menzionare la nostra collaborazione con istituzioni specializzate del Trentino, come la Soprintendenza per i beni archivistici e librari. Per essa al momento stiamo operando ad un lavoro di sistemazione dei "Libri Copiali", della sezione d'archivio denominata "Atti Trentini", di una completa esplorazione delle fonti trentine reperibili nel fondo del "Kriegsüberwachungsamt" (ufficio addetto alla sorveglianza politica) presso il "Kriegsarchiv" dell'Archivio di Stato di Vienna e dei processi condotti dal tribunale della guarnigione di Trento nel corso del primo conflitto mondiale.
Per quanto riguarda l'apertura internazionale e le collaborazioni strategiche, il nostro primo strumento di presenza internazionale è dato dai nostri "Annali" [dell'Istituto Storico Italo-Germanico, in Trento]. Dal 2011 li si è trasformati in un periodico che esce due volte l'anno. Il passaggio degli "Annali" a rivista semestrale ci ha consentito di entrare nel "pacchetto riviste" sia dell'editore Il Mulino che dell'editore Duncker & Humblot, il che favorisce l'accesso al mercato universitario, ma ha reso anche acquistabili singolarmente i nostri articoli grazie al sito del Mulino. Da segnalare che gli nel 2015 gli "Annali" sono stati riconosciuti, da parte dell'ANVUR, come "rivista di classe A".
Vi sono poi occasioni di collaborazioni internazionali specifiche fra cui le più rilevanti sono state:
* la settimana di studio sul tema "La guerra come apocalisse". Tutte le nostre settimane di studio che si tengono annualmente ed i nostri seminari e convegni di studio sono improntati alla circolazione internazionale dei contributi.
* Un incontro euro-giapponese in collaborazione con l'università di Waseda (Tokio) sulla "storia religiosa dell'età moderna";
* un incontro pubblico sulla rilevanza della biografia di Lutero del prof. Hans Schilling;
* in concorso con l'Università di Padova l'organizzazione nella tarda primavera 2015 della conferenza internazionale dell'associazione dei ricercatori che si occupano di Prima Guerra Mondiale (si tratta di un'associazione internazionale che organizza annualmente i suoi lavori in un paese europeo).
Questi reti confluiscono costantemente in occasioni seminariali e convegnistiche con scambi di esperienze fra i ricercatori che operano nelle diverse realtà internazionali.
Quadro I.1 - PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati dell'Ente
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati Ente
Quadro I.2 - SPIN-OFF
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati dell'Ente
Quadro I.3 - ATTIVITÀ CONTO TERZI
Quadro I.4 - PUBLIC ENGAGEMENT
Quadro I.5 - PATRIMONIO CULTURALE
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati Ente
Quadro I.6 - TUTELA DELLA SALUTE
Quadro I.7 - FORMAZIONE CONTINUA
Quadro I.8 - STRUTTURE DI INTERMEDIAZIONE
Quadro abilitato in compilazione per il livello di aggregazione dati Ente